E'la luce, nel giorno della Solennità dell'Epifania del Signore, a indicare “la festa della manifestazione di Gesù”. Lo spiega Papa Francesco durante l'Angelus domenicale rivolto ai fedeli in Piazza San Pietro, al termine del quale ricorda che, anche in questo giorno di letizia, “quarantanove persone salvate nel Mare Mediterraneo sono a bordo di due navi di Ong, in cerca di un porto sicuro dove sbarcare. Rivolgo un accorato appello ai leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone”. Un augurio affinché, con la manifestazione di Gesù celebrata oggi, possa compiersi la profezia del profeta Isaia, rivolta alla città di Gerusalemme: “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te”. Un invito, quello del profeta biblico, che ” appare sorprendente, perché si colloca all’indomani del duro esilio e delle numerose vessazioni che il popolo aveva sperimentato; i primi rimpatriati trovarono la città santa in rovina. La situazione appariva disperata, ma il profeta risollevò gli animi con la promessa che Dio avrebbe presto cambiato le sorti di Sion, rendendola centro di attrazione per gli esuli e anche per le nazioni pagane”. E' in questo senso che Isaia invita la città di Gerusalemme “a rivestirsi di luce”, aprendo il suo cuore alla vicinanza del Signore.
Un invito che non è solo per Gerusalemme ma che risuona come un'esortazione anche per noi che, da poco, abbiamo celebrato il Natale: “Gesù ci incoraggia a lasciarci raggiungere dalla luce di Betlemme… a non fermarci ai segni esteriori dell’avvenimento, ma a ripartire da esso per percorrere in novità di vita il nostro cammino di uomini e di credenti”. Nel Vangelo, quella stessa luce profetizzata da Isaia, “è presente e incontrata: Gesù… è venuto a portare salvezza ai vicini e ai lontani”. E' l'evangelista Matteo che mostra le diverse reazioni che derivano dalla venuta di Gesù: “Quella di Erode e degli scribi rappresenta quanti, anche ai nostri giorni, hanno paura della venuta di Gesù e chiudono il cuore ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno di aiuto”.
Ben diversa, invece, l'esperienza dei Magi: “Venuti dall’Oriente, essi rappresentano tutti i popoli lontani dalla fede ebraica tradizionale. Eppure, si lasciano guidare dalla stella e affrontano un viaggio lungo e rischioso pur di approdare alla meta e conoscere la verità sul Messia. Erano aperti alla 'novità', e a loro si svela la più grande e sorprendente novità della storia: Dio fatto uomo”. Tornando al loro paese, essi portano con sé “il mistero di quel Re umile e povero; e possiamo immaginare che raccontarono a tutti l’esperienza vissuta: la salvezza offerta da Dio in Cristo è per tutti gli uomini, vicini e lontani. Non è possibile 'impossessarsi' di quel Bambino: Egli è un dono per tutti”.
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