Di fronte ai venti di intolleranza religiosa che spirano in alcune regioni del mondo e di cui i cristiani sono molto spesso le prime vittime, si vengono a creare anche situazioni che, seppur in un contesto di paura e di sofferenza, rappresentano un segnale di speranza.
In Indonesia, Paese considerato formalmente laico, il 10% della popolazione è di fede cristiana (un terzo di essi sono cattolici). Gli islamici rappresentano, invece, l'87% degli abitanti dello Stato del Sud-est asiatico. Seppur la libertà religiosa sia riconosciuta nella Costituzione nazionale, non sono mancati episodi di intolleranza nei confronti della minoranza cristiana, specialmente negli ultimi anni. La celebrazione del Santo Natale ha comportato, così, la necessità di stabilire delle misure di sicurezza a tutela di questa comunità.
Come riporta il portale “Catholic Herald”, per garantire lo svolgimento delle cerimonie liturgiche in piena sicurezza durante la notte di Natale e nei giorni successivi è stata predisposta la mobilitazione dell'esercito nazionale che sarà affiancato dal servizio volontario di un gruppo di giovani mussulmani. Le 50 mila chiese sparse lungo il territorio dovrebbero essere sorvegliate a vista da 90 mila uomini, per la quasi totalità di fede islamica.
Tra le chiese che dovrebbero essere soggette a questa forma di sorveglianza speciale, quella dedicata alla Beata Vergine Maria che si trova a Surabaya e che fu oggetto di un attentato terroristico lo scorso 13 maggio. 300 uomini saranno schierati in difesa della cattedrale di Giacarta. Un portavoce del concilio ecumenico e interreligioso dell'arcidiocesi di Jakarta, padre Antonio Suyadi, ha voluto ringraziare i musulmani per il loro contributo durante questo periodo di festa per la comunità cristiana.
Le celebrazioni si svolgeranno in un clima di sobrietà vista la grande tragedia che ha colpito il Paese: uno tsunami ha provocato nelle scorse ore, infatti, oltre 280 vittime. Papa Francesco ha ricordato nell'Angelus di ieri le vittime della calamità naturale, pregando per loro.
L'associazione “Christian Aid” si è già mossa per aiutare i sopravvissuti, inviando un team medico che supporterà il sistema sanitario nazionale a soccorrere gli oltre 800 feriti registrati. “I nostri pensieri e le nostre preghiere- ha commentato il manager dell'organizzazione umanitaria – sono con tutti coloro le cui vite sono state gettate nel caos da questo ultimo disastro, che arriva così rapidamente dopo lo tsunami e il terremoto di settembre”.
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