L’intento del governo egiziano, a seguito dell’attentato dell’11 dicembre scorso, era di ristrutturare la Cattedrale copta di San Marco, posta nel quartiere di Al Abasiya, a Il Cairo, duramente colpita, giusto in tempo per il Natale della Chiesa copta-ortodossa, il quale viene festeggiato il 7 gennaio. Un obiettivo raggiunto addirittura prima della data stabilita grazie alla mobilitazione dell’esercito d’Egitto, che ha provveduto a risanare i locali della Cattedrale gravemente danneggiati dall’esplosione, nello specifico la piccola chiesa dei Santi Pietro e Paolo, situata alle spalle della navata laterale e parte del medesimo complesso architettonico. Una risposta delle istituzioni all’attentato suicida che, attraverso l’esplosione di 12 chili di tritolo, aveva causato la morte di 25 persone e il ferimento di altre 49, ma anche un modo per garantire alla comunità cristiana locale l’agibilità del principale luogo di culto per celebrare l’importante festività.
Quello del Cairo, è stato l’attacco più sanguinoso che abbia mai coinvolto la comunità cristiana locale e, più in generale, l’Egitto negli ultimi anni. Una circostanza, questa, che aveva spinto i rappresentanti copti a manifestare insoddisfazione, nei confronti del governo, per la mancanza di adeguate misure di sicurezza e prevenzione attorno alla Cattedrale di San Marco durante la messa dell’11 dicembre. Non va dimenticato che, in Egitto, i cristiani copti rappresentano appena il 10% della popolazione e, per questo, la zona limitrofa all’edificio religioso è stato sempre sottoposto a stretta sorveglianza durante le varie celebrazioni.
Poco dopo l’attentato, il presidente egiziano, Abdel Fattah Al-Sisi, ha ribadito la volontà delle forze governative di restituire alla comunità copta il suo luogo di culto in tempo per il Natale, da loro celebrato, secondo il calendario alessandrino, il 7 gennaio, come spiegato dalle autorità in un comunicato apparso sulla pagina facebook dell’esercito: “L’Autorità di Ingegneria delle Forze armate è stata in grado di ripristinare le zone distrutte della chiesa, preservando il patrimonio architettonico della chiesa in 15 giorni, per renderla adatta a ricevere i cristiani per Natale”.
In Egitto, da quasi quindici anni, la festività cristiana gode dello status di festa nazionale. La decisione è stata presa nel 2002, quando Hosni Mubarak, allora presidente, dichiarò l’intento del governo di rendere il Natale una festa non esclusiva di una minoranza ma un momento di condivisione per tutta la nazione, con l’obiettivo di favorire un dialogo maggiormente prolifico tra le diverse religioni presenti sul territorio.
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