Cina: il vescovo di Yujiang è stato liberato, ma la polizia continua a controllarlo

Mons. Giovanni Peng Weizhao, vescovo sotterraneo di Yujiang, arrestato lo scorso maggio, è stato liberato da alcuni giorni, ma vive sotto il controllo della polizia. La scarcerazione è avvenuta il 14 novembre, ma la polizia di Stato ha imposto alcune condizioni: non può lasciare la provincia del Jiangxi per almeno tre mesi e non può esercitare le sue funzioni episcopali, sebbene possa esercitare quelle sacerdotali.

In aprile la Santa Sede in segreto lo aveva nominato vescovo di Yujiang succedendo all’anziano mons. Tommaso Zeng Jingmu, del quale era stato amministratore apostolico dal 2012. Con molta probabilità le autorità cinesi, venute a conoscenza del fatto, hanno deciso di arrestarlo. Il territorio della diocesi sotterranea di Yujiang appartiene a quello della diocesi ufficiale di Nanchang, nata dalla fusione di cinque diocesi, dove è vescovo mons. Giovanni Li Suguang. Quest’ultimo appartiene a quella frangia di pastori più inclini a ubbidire all’Associazione patriottica che alla Chiesa cattolica, a differenza di mons. Peng in comunione con Roma. L’arresto di maggio doveva servire a emarginare il vescovo sotterraneo per lasciare spazio a mons. Li sottomesso allo Stato, ma i cattolici, circa centomila, hanno manifestato la loro preferenza per Mons. Giovanni Peng. Ad oggi ancora non sono chiare le dinamiche della scarcerazioni, se dipendano da un gesto di apertura di Pechino o delle autorità locali o provinciali.

In Cina continua a convivere la Chiesa controllata dagli ufficiali di Stato e quella in comunione con il Vaticano, che continua a subire persecuzioni. Mons. Taddeo Ma Daqin, vescovo ufficiale di Shanghai, da oltre due anni agli arresti domiciliari per essersi dimesso dall’Ap; mons. Giacomo Su Zhimin, vescovo di Baoding e e mons. Cosma Shi Enxiang scomparsi nelle mani della polizia rispettivamente dal 1997 e dal 2001.