I vescovi della Conferenza Episcopale cattolica della Birmania (o Myanmar), in un testo che è stato inviato a tutte le diocesi della nazione e ai responsabili politici, ai leader religiosi, ai leader della società civile, chiedono ai militari di fermare le violente repressioni contro i manifestanti.
Ieri infatti – in quella che è stata definita la “domenica di sangue” della Birmania – sono stati uccisi solo nella capitale Yangon 59 manifestati e feriti altri 129.
“Forti del mandato e dell’incoraggiamento della Santa Sede, noi Chiesa cattolica ci impegniamo, insieme con tutte le persone di buona volontà, nel compito di vedere questa nazione risorgere nella reciproca comprensione e pace”. E’ quanto chiedono i vescovi nel testo – riportato dall’agenzia Fides – che contiene anche un messaggio proveniente dalla Santa Sede affinché si trovi nel Paese una strada di pace dopo il golpe del 1° febbraio scorso.
Il testo, firmato dal Cardinale Charlea Maung Bo, arcivescovo di Yangon, e Presidente della Conferenza episcopale cattolica del Myanmar, sottolinea: “Esortiamo tutte le parti in Myanmar a cercare la pace. Nelle ultime settimane abbiamo affrontato grandi sfide come nazione. Questa crisi non sarà risolta da spargimenti di sangue. Cercate la pace. Gli omicidi devono cessare immediatamente. Vi sono così tanti morti. Il sangue versato non è il sangue dei nemici . È il sangue delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, dei nostri cittadini“.
Il testo dei vescovi rende poi noto e riporta il messaggio che il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha scritto per ribadire i messaggi di Papa rivolti al Myanmar.
In particolare, il messaggio giunto dalla Santa Sede “incoraggia la Chiesa a impegnarsi nel processo di pace”, dicono i vescovi birmani, rilevando che l testo “ribadisce la fraterna solidarietà del Papa a tutto il popolo del Myanmar” ed esprime “a suo nome i suoi sentimenti di solidarietà con il popolo del Myanmar”.
Il cardinale Parolin incoraggia i leader della Chiesa del Myanmar a incontrare il Generale superiore Min Aung Hlaing, la leader Daw Aung San Suu Kyi, altri leader della società civile e e leader religiosi, per cercare una via di pace.
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