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Bergoglio: “Gelosie e incomprensioni dividono le comunità”

“Un cuore geloso è un cuore acido, un cuore che invece di sangue sembra di avere aceto. E’ un cuore che mai è felice, è un cuore che smembra la comunità”. Lo ha affermato Papa Francesco nell’udienza generale del mercoledì a piazza San Pietro. Il Pontefice ha sviluppato la catechesi partendo dalle domande: “In che senso la Chiesa forma un corpo? E perché viene definita ‘corpo di Cristo’?”. Nel libro di Ezechiele, ha continuato, Dio chiede al profeta di invocare lo Spirito su una distesa di ossa distaccate l’una dall’altra; a quel punto queste “si muovono, cominciano ad avvicinarsi e ad unirsi, su di loro crescono prima i nervi e poi la carne e si forma così un corpo, completo e pieno di vita”.

“Ecco – ha soggiunto – questa è la Chiesa! È un capolavoro, il capolavoro dello Spirito, il quale infonde in ciascuno la vita nuova del Risorto e ci pone l’uno accanto all’altro, l’uno a servizio e a sostegno dell’altro, facendo così di tutti noi un corpo solo, edificato nella comunione e nell’amore”. Il Santo Padre ha invitato caldamente i fedeli a prendere la Bibbia e leggere il capitolo 37 del libro di Ezechiele. “La Chiesa, però – ha proseguito – non è solamente un corpo edificato nello Spirito: la Chiesa è il corpo di Cristo!”. Quella che ne scaturisce, ha spiegato, “è una profonda comunione d’amore”.

Ha poi ricordato che al tempo di San Paolo, la comunità di Corinto viveva “l’esperienza delle divisioni, delle invidie, delle incomprensioni e dell’emarginazione”. “E questo – ha aggiunto a braccio – succede anche ai nostri giorni. Ma pensiamo nelle comunità cristiane, in alcune parrocchie, pensiamo nei quartieri nostri quante divisioni, quante invidie, come si sparla, quanta incomprensione ed emarginazione”. Questo, secondo il vescovo di Roma, “è l’inizio della guerra” che quindi “non incomincia nel campo di battaglia” ma nel cuore. Ha poi elencato una serie di “gelosie”: “quello ha comprato una macchina”, “questo ha vinto al lotto”, “questo va bene in questo”…

Invece bisogna “apprezzare nelle nostre comunità i doni e la qualità degli altri, dei nostri fratelli”. Inoltre è importante “farsi vicini e partecipare alla sofferenza degli ultimi e dei più bisognosi” esprimendo “la propria gratitudine a tutti”. “Il cuore che sa dire grazie – ha sottolineato – è un cuore buono, è un cuore nobile, è un cuore che è contento perché sa dire grazie. Vi domando: tutti noi sappiamo dire grazie, sempre? Eh, no, eh? Non sempre, eh?”.

Quando ti senti “superiore agli altri”, ha ripreso, “ricordati dei tuoi peccati, di quelli che nessuno conosce, vergognati davanti a Dio”. Al termine dell’udienza il Papa ha rivolto un appello a favore dei lavoratori di “Meridiana” – ognuno con una maglietta rossa con la scritta “Io sono un esubero Meridiana” – che aveva già salutato durante il giro della piazza. “Per favore, faccio un appello a tutti i responsabili – ha detto – nessuna famiglia senza lavoro”.

Stefano Cicchini

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