Non è vero, non è nel mio stile, non è nel mio temperamento, nel mio modo di pensare“. Il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, ha smentito così i titoli di alcuni quotidiani che gli avevano attribuito l'indicazione a non votare Matteo Salvini alle prossime Europee.
“Certamente ho la mia visione della politica – ha aggiunto – che parte da una antropologia cristiana” che guarda alla “persona, al bene comune, alla solidarietà, all'accoglienza. Poi non vado ad interessarmi di quello che Salvini condivide o non condivide. Su questo punto: libera Chiesa in libero Stato, nel rispetto”. Quanto all'uso di simboli religiosi durante la campagna elettorale Bassetti commenta: “Non ho mai giudicato la fede di nessuno, so benissimo a chi vi riferite, perché ognuno può avere una fede più grande della mia. Ma io ho un'altra visione della politica, che deve essere laica”. Il proporato si è detto poi preoccupato dalla litigiosità della classe politica: “Non è litigando – ha spiegato – che si risolvono i problemi dell'Italia”. Sulle Europee ha concluso: “Ognuno voti secondo la propria antropologia e la mia antropologia è quella cristiana. Ma tutti vadano a votare“.
Il presidente dei vescovi ha anche risposto a una domanda sui casi di abusi sui minori da parte di uomini di Chiesa. “Con le nuove linee guida – ha sottolineato – la Cei avrà molti strumenti per vedere di capire le persone. Non avremo criteri di ammissioni facili al sacerdozio solo perché c'è bisogno di preti”. Sono previste, ha proseguito, “una prevenzione molto forte, la severità, il consigliare la denuncia ai genitori. Mi sembra che questo clima di grande serietà nei confronti di un problema che è enorme stia già portando i suoi frutti in Italia. Mi sembra che dalla cronaca ci siano meno casi”.
L'arcivescovo di Perugia ha poi parlato del “progetto del Papa” per ridurre le diocesi italiane, “accorpando sotto la figura di uno stesso vescovo due diocesi che poi camminano insieme con pari dignità“, a prescindere dalla loro grandezza, mentre “per la fusione il cammino è più lungo“. Sono stati fatti già “4-5 esperimenti“, ovvero il Papa ha nominato vescovo di una diocesi un ecclesiastico già titolare di un'altra diocesi, senza sopprimere nessuna delle due. Altre nomine di questo genere “sono in fieri”, ha annunciato il cardinale.
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