Chiesa Cattolica

Appello di don Carraro (Cuamm-Africa): “Sos disuguaglianza vaccinale”

Appello per l’accesso universale al vaccino da parte di don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm. Don Carraro lancia “un appello” a “tutti, giovani e anziani, ricchi e poveri, credenti e non”. È un “invito pressante anche alla stampa, alle tv e alle radio“. Perché possano “spingere l’opinione pubblica e le istituzioni lì dove da sole non andrebbero“. Don Carraro si rivolge a “chiunque sente sgorgare nel cuore il bisogno di una giustizia ‘più grande’. Della solidarietà con i più poveri. Dell’accesso alla salute e al vaccino per tutti. Specie i più vulnerabili”.

Soccorso all’Africa in pandemia

“L’Africa e i Paesi più poveri restano i grandi esclusi. Tutti parlano del vaccino anti Covid. Ma l’Africa non c’è. È fuori dal radar. Al 28 gennaio”. A lanciare l’allarme è don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm. Per il quale “davanti a un’emergenza globale, l’unica risposta possibile deve essere globale. Serve un piano vaccinale per l’Africa”. E “servono più dosi”.

Distribuzione equa

Il Covax è l’iniziativa per la distribuzione equa dei vaccini nel mondo. Riuscirà a fornire il vaccino, entro la prima metà del 2021, solo al 5% della popolazione africana. Osserva il missionario: “Finora sono stati raccolti solo due miliardi di dollari dei dieci necessari per avere una immunità ‘comunitaria’. Bisogna fare di più! E poi è fondamentale produrre più vaccini. Consentendo ai diversi centri produttivi (India e Brasile in particolare) di aumentare le quantità. Smorzando così il mercato dei vaccini. È necessaria la sospensione temporanea del brevetto! Il rischio è quello di un’ulteriore ingiustizia: La disuguaglianza vaccinale”.

Don Oreste Benzi in Africa

Sfida

C’è un’ulteriore sfida. Sostiene don Dante Carraro: “Le vaccinazioni mettono a nudo le debolezze di un sistema sanitario. Dietro ad una campagna vaccinale ci sono attività concrete. Per prima cosa il vaccino deve arrivare a destinazione e ben conservato. Dalla capitale va trasportato nei punti vaccinali, negli ospedali. E poi da questi ai centri sanitari fino ai villaggi“.

Gianluca Franco

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