Attualmente i frati francescani presenti in Siria sono 15. Le parrocchie dei villaggi di Knayeh e Jacoubieh, nella valle dell’Oronte, sono attive grazie al servizio pastorale garantito da loro. Nonostante si trovino in territori occupati da milizie jihadiste. Negli ultimi tempi, in Siria, due Francescani (padre Edward Tamer, 83 anni, e padre Firas Hejazin, 49 anni) sono morti dopo aver contratto il coronavirus. Nell’incontro avuto lo scorso Natale con il presidente Bashar Assad, i padri Francescani, riferisce l’agenzia missionaria Fides, chiesero di recuperare il terreno e la struttura. Il collegio di “Terra Santa” apparteneva all’Ordine. E Assad garantì loro “il suo interessamento”.
L’ex “Collegio Terra Santa” di Aleppo, storico presidio della Custodia di Terra Santa nella metropoli del nord della Siria, è stato ufficialmente restituito dallo Stato siriano ai Padri Francescani della Provincia di San Paolo. A darne notizie è il francescano padre Firas Lutfi, Custode della Provincia di San Paolo per i Francescani di Siria, Libano e Giordania. In una lettera diffusa e pubblicata anche sull’account Facebook dalla parrocchia cattolica di rito latino di Aleppo.
Nella lettera il complesso viene descritto come un luogo “che ha svolto un ruolo importante sin dalla fondazione come scuola secondaria”. Un istituto scolastico dove si sono diplomati “molti medici, ingegneri, personalità dello Stato e della società civile”. Quando le scuole furono nazionalizzate dal regime siriano, prosegue padre Firas, il “Collegio di Terra Santa’ ha continuato a rappresentare un luogo importante per la presenza cristiana a Aleppo. Grazie soprattutto alle attività realizzate dal “Centro educativo cristiano”.
“Dall’inizio dell’abominevole crisi che ha afflitto il nostro amato Paese” aggiunge a Fides padre Firas, “i Francescani hanno accolto nella loro missione famiglie con disperato bisogno di un luogo ospitale. Un luogo che offrisse un po’ di stabilità e di speranza nella loro terra e la loro eredità culturale. Centinaia di figli di Aleppo accorrevano ogni giorno al monastero, che è diventato giorno dopo giorno un’oasi d’amore, di incontri e di pace”.
Adesso, grazie al “dono tanto atteso”, ricevuto “dalle mani della Vergine Maria”, si legge nella lettera, i Francescani potranno condurre con più efficacia la propria missione a servizio del popolo siriano afflitto “da guerra, epidemie e tribolazioni di ogni genere”. Nella sua missiva, il padre francescano ringrazia Dio per questo “dono caro a tutti i nostri cuori”.
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