Il piccolo “vandalo” diciassettenne è stato affidato a uno dei docenti che accompagnavano la sua classe in visita guidata, e ai militari ha confessato di averlo fatto per “diventare famoso”, per la notorietà.
Un tipo di notorietà che troppo spesso tende a raggiungere il desiderio dei giovani che vivono la società mediatica. Un “voler diventare famosi” privo di un senso e che talvolta, accompagnato da quella che spesso è incoscienza adolescenziale, diventa pericoloso.
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