L'estate è, per molti studenti, una stagione molto attesa. Chiude la scuola e inizia il divertimento. Per una studentessa di Roma, invece, può essere l'occasione per buttarsi alle spalle un inferno. Così ha vissuto l'ultimo anno scolastico una giovane disabile che frequentava un'istituto superiore alberghiero nel quartiere romano di Cinecittà. Alla fine, la ragazza non ce l'ha fatta e ha denunciato tutto, ma due alunni bulli sono stati per lei due compagni di viaggio che hanno reso il suo percorso quotidiano una tortura. Il resto della classe, pur non direttamente coinvolto, “si limitava”, per così dire, a ghignare. La procura dei minori ha ora aperto un fascicolo per il reato di stalking e sta passando al vaglio la posizione dei due adolescenti.
Inizialmente, le vessazioni non hanno intimorito la giovane che, a dispetto della sua disabilità, ha sempre avuto un'unico obiettivo: diventare cuoca. Per questo ha deciso di frequentare l'istituto alberghiero sito nel quartiere di Cinecittà e, sempre per lo stesso motivo, quotidianamente ha cercato di non imbattersi nei due bulli. Per farlo, ha adottato vari escamotage, come entrare all'ultimo minuto o posizionarsi in fondo all'aula. Dall'atto denuncia emerge una lista di insulti che rasentano l'indecenza. Giorno dopo giorno, queste violenze verbali hanno, però, inciso sulla studentessa che, nonostante la forza mostrata, a un certo punto non ce l'ha fatta e ha deciso di lasciare l'istituto.
Al centro del dileggio v'erano anche le crisi epilettiche di cui la ragazza soffriva. Stando al documento, in due episodi la ragazza, in preda alle convulsioni, sarebbe stata derisa da tutta la classe. Papa Francesco, parlando del bullismo, lo ha chiamato opera di satana, poiché “In satana non c'è compassione”. E la mancanza di compassione è stata la cifra delle vessazioni cui la giovane studentessa è stata sottoposta, al punto che i due carnefici sono arrivati, addirittura, ad aggredirla fisicamente con spintoni e schiaffi. “Il fenomeno del bullismo deve essere contrastato non solo nelle aule di giustizia, ma anche con dei processi di sensibilizzazione nelle scuole” ha dichiarato il penalista Eugenio Pini, l'avvocato del Centro Nazionale contro il bullismo Bulli Stop. La condotta disumana dei due ragazzi non è stata solo un tentativo di dileggio ordinario: con le loro azioni, i due carnefici ne hanno minato l'autostima e alla fine il sogno di diventare cuoca è stato accantonato per silenziare le voci di un tormento senza fine.
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