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L'ultima folle idea: un microchip per prendere il treno

Basta con gli obsoleti biglietti cartacei o in formato elettronico sul proprio smartphone. Ora, per prendere il treno, basterà caricare i titoli di viaggio o gli abbonamenti direttamente su un microchip impiantato nella mano dei viaggiatori. Non si tratta di un film di fantascienza, ma di un’iniziativa – quantomeno bizzarra – delle ferrovie dello stato svedesi.

Circa 3.000 svedesi dotati di microchip

Nel paese scandinavo, sono già 3.000 le persone che sono dotate di microchip, per intenderci, simili a quelli utilizzati per identificare i nostri amici a quattro zampe. Chi è munito di questo dispositivo sottocutaneo, può acquistare il biglietto sul web o direttamente dall’applicazione delle ferrovie statali svedesi. Una volta connessi con il loro numero di programma fedeltà, il titolo di viaggio viene caricato automaticamente sul microchip. Il controllore, a questo punto, non dovrà far altro che avvicinare un apposito lettore alla mano del passeggero è aspettare che compaiano tutti i dati del biglietto.

Non è il primo caso in Svezia

Quella dei microchip sottocutanei per i biglietti del treno, non è che l’ultima folle idee concepita nel Paese scandinavo. Infatti, pochi mesi fa, aveva fatto discutere la scelta di un’azienda di ho-tech di dare la possibilità ai dipendenti di farsi impiantare questi minuscoli circuiti elettronici nelle mani. La loro funzione è quella di sostituire i normali cartellini, la tessera per le fotocopiatrici o per pagare la mensa e le macchinette che distribuiscono cibo e bevande.

Privacy a rischio

Ma nell’euforia generale, c’è chi ancora si ostina – verrebbe da dire per fortuna – a non voler un microchip impiantato nella mano. Infatti, seppure potrebbe sembrare una soluzione che privilegi la comodità, alcune persone hanno paura di “trasformarsi” in cyborg. Inoltre, c’è anche chi crede che un chip sotto pelle potrebbe raccogliere informazioni professionali e personali, dati medici e numerose altre informazioni che ledono la sfera privata dell’individuo. A quel punto non resterebbe altro che dire addio alla propri privacy.

 

Manuela Petrini

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