La battaglia mondiale contro il climate change, nonostante gli importanti accordi raggiunti al Palazzo di Vetro lo scorso settembre, sembra essere ancora ostacolata da un grande deterrente: il governo cinese. Le autorità del Paese, infatti, hanno censurato i dati sull’inquinamento a Pechino diffusi dall’ambasciata americana in Cina; le informazioni erano reperibili su un’applicazione della società “Fresh idea studio”, un cui esponente, questa mattina, ha affermato di aver ricevuto l’ordine di bloccarla: “Speriamo che i clienti capiscano”, ha aggiunto.
Il governo di Pechino ha varato misure straordinarie per la riduzione dell’inquinamento durante i giorni del vertice Apec, che si conclude oggi. Ma non sembra che ci siano stati grandi risultati: il livello di particelle inquinanti PM2,5 per metro cubo d’aria, infatti, nonostante si sia ridotto negli ultimi tempi, rimane comunque circa dieci volte superiore al massimo ritenuto sopportabile dall’Organizzazione mondiale della sanità.
L’Ambasciata americana continua a diffondere ogni ora una rilevazione sulla qualità dell’aria nella capitale attraverso social network come Twitter, che in Cina, però, è accessibile solamente attraverso procedimenti che consentono di “saltare” la censura imposta ai cittadini.
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