Il sindaco nei panni di un boss per uno spot

La mafia non è uno scherzo. Un concetto chiaro – o che dovrebbe esserlo – a tutti e da tutti condiviso ma che, a volte, è necessario ribadire. Ed è preoccupante che debba esserlo, specie se a essere costretto a farlo è chi la violenza della criminalità organizzata l'ha vista da vicino. E' Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto, assassinato dalla mafia a Palermo nel 1982, a richiamare all'attenzione quando a essere trattati sono temi così delicati, criticando aspramente lo spot che vede protagonista il sindaco di Margherita di Savoia, nonché presidente della provincia di Barletta-Andria-Trani, nel quale appare nei panni di un boss nel tentativo di promuovere il comune della cittadina pugliese in vista della festa di Capodanno.

Rita Dalla Chiesa: “Profondo dolore”

Una scelta che, inevitabilmente, ha suscitato polemiche e indignazione, tanto più perché lo spot è stato girato proprio nella piazza che ricorda il generale, ucciso assieme a sua moglie e all'agente che lo scortava: “Se penso che quella targa, a Margherita di Savoia, l’ho inaugurata io… – ha spiegato Rita Dalla Chiesa – Un dolore e una vergogna inaccettabili. Sia perché da Emiliano non me lo sarei mai aspettata, sia perché amo la Puglia come fosse la mia seconda casa. Ringrazio gli on. Rampelli e Gemmato proprio con grande stima e affetto.
Non accetto che si scherzi, in modo così oltraggioso, sulla memoria di mio padre. Mi sento davvero ferita. Mentre al Capodanno di Bari Fabrizio Moro cantava 'Pensa…. prima di sparare pensa', a Margherita di Savoia si 'giocava' con il padrino”.

La critica

La polemica ha infatti attraversato anche la politica italiana, concorde nel criticare uno spot in cui, nell'intento di promuovere l'impegno istituzionale, si vestono i panni di un padrino dicendo: “Abbiate fiducia cittadini, lavoreremo nell’interesse di tutti. Non preoccupatevi”. Per questo insorgono il vicepresidente della Camera, Rampelli, e il deputato Marcello Gemmato, con FdI che annuncia un'interrogazione parlamentare per chiedere al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, di sanzionare il sindaco: “Vorremmo dirgli che la mafia non è uno scherzo e che quello spot, oltre a essere di pessimo gusto, rappresenta un messaggio pericolosissimo per la sua comunità”. I due hanno inoltre spiegato che “per quanto ci riguarda non possiamo che esternare la massima disapprovazione per questa deplorevole banalizzazione del fenomeno mafioso ed esprimere tutta la nostra vicinanza alla famiglia di Carlo Alberto dalla Chiesa e a tutti coloro che hanno pagato un prezzo altissimo per combattere la mafia. Usare un linguaggio e un comportamento da mafioso non è degno di un uomo delle istituzioni, ancora meno lo è ironizzare sulla mafia”.