Covid-19, maxi sequestro delle fiamme gialle tra Friuli e Veneto

Un rincaro del 400% sul presso dei presidi sanitari. Denunciati dalla guardia di finanza. Ancora alto il numero delle persone che viola le norme dell'esecutivo

Continuano le speculazioni sui presidi sanitari. Questa volta la Guardia di Finanza ha portato a termine un maxi sequestro tra Friuli e Veneto.

L’intervento delle fiamme gialle

Oltre 6.800 mascherine chirurgiche vendute al dettaglio tra Friuli e Veneto, con un ricarico del 400%. Ora sono state poste sotto sequestro dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Udine nell’ambito dei controlli eseguiti per contrastare le pratiche commerciali scorrette nell’attuale situazione emergenziale da Covid-19. Secondo quanto appurato dalle fiamme gialle in due società di ferramenta, una con punto vendita a Latisana, l’altra con punti vendita a Cervignano del Friuli( Udine), Cordovado (Pordenone) e Portogruaro (Venezia), le mascherine chirurgiche monouso sarebbero erano in vendita al cliente finale a un prezzo di 3,50 euro. A fronte di un prezzo di acquisto che normale che ammontava a 75 centesimi.

Le ipotesi di reato

I due legali rappresentanti delle società sono stati indagati per l’ipotesi di reato di manovre fraudolente sulle merci. Sanzionati dall’articolo 501 bis del codice penale, volto a reprimere forme fraudolente di manovre speculative sulle merci di prima necessità quali sono ora diventati Dispositivi di Protezione Individuale. Sanzionato con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 516 euro a 25.822 euro. La Procura di Udine ha disposto la vendita coattiva al prezzo di produzione delle 6.816 mascherine sequestrate. Le mascherine sono state quindi vendute a poche decine di centesimi in favore degli Enti preposti specificamente al contrasto della pandemia in atto, nonché all’assistenza della popolazione civile.

I controlli delle forze dell’ordine

Le forze di polizia impegnate nelle verifiche del rispetto delle norme di contenimento del contagio da coronavirus nella giornata di ieri hanno controllato 286.912 persone e 99.223 tra attività ed esercizi commerciali. Secondo i dati diffusi dal Viminale, le persone sanzionate amministrativamente sono state 10.193, quelle denunciate per avere attestato il falso nell’autodichiarazione 62 e quelle denunciate per aver violato la quarantena 14. Gli esercenti sanzionati sono stati 162, le attività chiuse 33.

L’appello del Commissario Arcuri

“Una mascherina chirurgica non può essere rivenduta ad un prezzo 10 volte maggiore del costo, questo non è libertà di mercato ma una speculazione due volte insopportabile, perché non si specula sui bisogni degli altri e perché non si specula sulla vita degli altri”, ha detto ancora Arcuri dopo una serie di segnalazioni sul rincaro dei prezzi delle mascherine. “Anche pochi casi sono intollerabili – ha aggiunto – vanno denunciati e combattuti. Le forze dell’ordine sono già intervenute e continueranno a farlo”.