La Settimana Santa è alle porte, sei giorni che ci porteranno al momento più importante: il giorno della Resurrezione del Signore. Una giornata dal significato intenso che mai come quest’anno porta con sé un carico di preghiere e speranze maggiori del solito. Sarà una settimana silenziosa, senza celebrazioni, senza funzioni e processioni. Non ci sarà la possibilità di scambiarsi il ramoscello di ulivo il giorno della Domenica delle Palme né di andare in Chiesa il giovedì sera, per pregare davanti l’Altare della Reposizione. Eppure secondo una nota della Direzione centrale degli Affari dei Culti del Ministero dell’Interno, inviata alle Prefetture, frutto della interlocuzione tra la Segreteria generale della Cei, la Presidenza del Consiglio e lo stesso Ministero dell’Interno è stato manifestato il disagio di molti fedeli, limitati nel poter professare i sacramenti pasquali, e sono state delineate delle direttive precise alle quali attenersi per capire cosa fare o non fare.
SI. Si è deciso che, per garantire un minimo di dignità alla celebrazione, accanto al celebrante sia assicurata la partecipazione di un diacono, di chi serve all’altare, oltre che di un lettore, un cantore, un organista ed, eventualmente, due operatori televisivi, considerato che non ci sarà la partecipazione di fedeli ma che le funzioni liturgiche verranno trasmesse in tv o in streaming. Su questa linea l’Autorità governativa ha ribadito l’obbligatorietà che siano rispettate le misure sanitarie, a partire dalla distanza fisica.
SI. I partecipanti alla funzione religiosa avranno un giustificato motivo per recarsi dalla propria abitazione alla sede ove si svolge la celebrazione e, ove coinvolti in controlli o verifiche da parte delle Forze di polizia, attraverso l’esibizione dell’autocertificazione o con dichiarazione rilasciata in questo senso dagli organi accertatori, non incorreranno nella contestazione e nelle relative sanzioni correlate al mancato rispetto delle disposizioni in materia di contenimento dell’epidemia da Covid-19. “Il servizio liturgico – precisa infatti il Ministero dell’Interno – pur non essendo un lavoro, è assimilabile alle “comprovate esigenze lavorative”: perciò “l’autocertificazione dovrà contenere il giorno e l’ora della celebrazione, oltre che l’indirizzo della Chiesa ove la celebrazione si svolge. Resta fermo il fatto che debbano essere rispettate “opportune distanze e cautele”.
SI: Ma alla sola presenza del celebrante, dei nubendi e dei testimoni purché siano rispettate le prescrizioni sulle distanze tra i celebranti.
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