Il partito del presidente venezuelano Nicolas Maduro – il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) – ha vinto le elezioni parlamentari tenutesi domenica scorsa nel Paese: lo ha reso noto l’autorità elettorale, sottolineando che c’é stata una forte astensione da parte dell’elettorato.
Si è votato per il rinnovo del Parlamento per il quinquennio 2021-2026. I 14.400 candidati che si contendono i 277 seggi appartengono a 107 organizzazioni politiche, in maggioranza vicine al governo Maduro, ma anche ad una fetta dell’opposizione che ha scelto il dialogo, guidata da Claudio Fermìn, Henri Falcòn e Javier Bertucci. I 277 dei seggi rappresentano un aumento del 66% rispetto a quelli in gioco nel 2015.
Contrario al dialogo il leader dell’opposizione, Juan Guaidò, che nei giorni scorsi aveva chiesto ai venezuelani di “restare a casa”, boicottando una consultazione ritenuta illegittima, caratterizzata da “brogli” organizzati dal “dittatore” Maduro per perpetuarsi al potere.
In alternativa l’autoproclamato presidente ad interim, che il 5 gennaio fra l’altro perderà il suo seggio in Parlamento e la relativa immunità, ha offerto una ‘consultazione popolare’ oggi, 7 dicembre, fino al 12 dicembre, per giungere ad elezioni presidenziali e parlamentari “libere, trasparenti e verificabili”.
Maduro si è recato a votare nel pomeriggio nel suo seggio nel quartiere Catia di Caracas, nella scuola ecologica nazionale “Simon Rodrìguez” del Circolo Militare di Fuerte Tiuna.
In assenza delle missioni di osservazione tradizionali (Onu, Osa, Ue e Centro Carter) il processo elettorale è stato accompagnato da organizzazioni latinoamericane, africane, russe, turche e iraniane, e da numerose personalità internazionali, fra cui gli ex capi di stato di Bolivia ed Ecuador, Evo Morales e Rafael Correa, e – scrive Rai News – l’ex presidente del governo spagnolo, José Luis Rodrìguez Zapatero.
L’Assemblea nazionale è il Parlamento unicamerale e rappresenta l’organo legislativo del Paese. I membri sono eletti con sistema misto e il loro numero complessivo non è fisso. Ogni Stato ha 3 rappresentanti ai quali vanno aggiunti un numero di deputati pari al rapporto tra la popolazione complessiva del paese e l’1,1% della stessa. Altri tre posti sono riservati a rappresentanti di popolazioni indigene, eletti separatamente. Ogni membro resta in carica per cinque anni.
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