La guerra in Ucraina giunge al giorno 504. Le forze russe hanno bombardato ieri otto comunità lungo il confine della regione di Sumy, provocando 225 esplosioni. Doni abbattuti sulla capitale.
Le forze russe hanno bombardato ieri otto comunità lungo il confine della regione di Sumy, provocando 225 esplosioni: lo ha reso noto l’Amministrazione militare regionale su Facebook, come riporta il Kyiv Independent. In particolare, i russi hanno colpito i villaggi di Bilopillia, Esman, Khotin, Velyka Pisarivka, Hlukhiv, Druzhbiv, Shalyhyne e Krasnopillia. In quest’ultima comunità sono stati danneggiati edifici civili, mentre a Khotin è stata danneggiata una linea elettrica. L’amministrazione non ha segnalato feriti o vittime tra i civili.
Discussioni “segrete” sono in corso nell’amministrazione statunitense riguardo al possibile invio di missili a lungo raggio Atacms in Ucraina. Lo riporta il New York Times, che cita due funzionari americani e uno europeo. I primi hanno avvertito che il loro arsenale Atacms è relativamente piccolo e che questi missili sono destinati ad altri piani militari del Pentagono, inclusa la penisola coreana. Secondo una portavoce della Lockheed Martin, solo circa 4mila Atacms sono stati prodotti da quando il missile è stato sviluppato negli Anni Ottanta. Il Regno Unito ha inviato i missili da crociera a lungo raggio “Storm Shadow” in Ucraina a maggio e la Francia ha promesso a Kiev gli stessi missili, che chiama Scalp. I missili Atacms hanno una gittata di circa 300 chilometri, sufficiente per colpire dal territorio ucraino anche obiettivi russi molto dietro le linee del fronte.
La Nato non dovrebbe tenere “l’intera situazione e l’Ucraina in un limbo quando si tratta di adesione”: lo ha detto ieri il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista a Bloomberg Television. Il commento segue la dichiarazione del Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al termine del primo giorno del vertice di Vilnius, secondo cui la Nato estenderà all’Ucraina l’invito ad entrare nell’Alleanza quando gli alleati saranno d’accordo e “le condizioni saranno soddisfatte”. Kuleba ha sottolineato che c’erano già tutte le condizioni per far sì che l’Ucraina ricevesse un invito formale dagli alleati della Nato durante il vertice di Vilnius.
Fonte: Ansa
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