Le regole dell’era Covid che hanno impedito a centinaia di migliaia di persone di chiedere asilo al confine meridionale degli Stati Uniti sono scadute a mezzanotte ora di Washington, creando incertezza per i migranti e scatenando una tempesta politica.
Il governo del presidente Joe Biden afferma che sta cercando di bilanciare un sistema umano di offrire rifugio a chi è nel bisogno con uno che impedirà un aumento incontrollabile degli arrivi. “Il confine non è aperto. Le persone che non utilizzano i percorsi legali disponibili per entrare negli Stati Uniti ora devono affrontare conseguenze più gravi, tra cui un divieto di rientro minimo di cinque anni e un potenziale procedimento penale”, ha ricordato il segretario per la Sicurezza interna Alejandro Mayorkas.
Il nuovo piano del presidente degli Stati Uniti Joe Biden per il rafforzamento della sicurezza al confine, incentrato sulla deterrenza, preoccupa Human Right Watch, che sostiene in una nota che “porterà quasi certamente a un aumento del numero già record di migranti che muoiono al confine meridionale degli Stati Uniti, arricchirà i cartelli criminali e rimetterà i rifugiati in una situazione di pericolo”. Il divieto di asilo, annunciato in una norma federale emanata il 10 maggio scorso, “è destinato a sostituire la politica di espulsione sommaria ai confini voluta dall’amministrazione del presidente Donald Trump con il falso scopo di proteggere la salute pubblica”, afferma la ong. “Nonostante abbia avuto più di due anni per pianificare la fine di quella norma e cercare di garantire umanità al confine, Biden ha riciclato una politica di Trump dopo l’altra, portando a innumerevoli abusi nei confronti di migranti perlopiù afroamericani o latini”, ha affermato Ari Sawyer, ricercatore sul confine degli Stati Uniti presso Human Rights Watch. “Il suo ultimo piano sostituisce il titolo 42 con una politica che continua a fare affidamento su una deterrenza fallita e mortale e impedirebbe alle persone di richiedere asilo”.
“Il rinnovato divieto di asilo impedirà ai richiedenti al confine di entrare negli Stati Uniti per cinque anni a meno che non ottengano un appuntamento tramite l’applicazione per cellulare ‘CBP One’. Gli appuntamenti sono estremamente limitati e di solito vengono esauriti in pochi minuti, il che significa che i richiedenti asilo aspettano mesi, cercando ogni giorno di assicurarsi un posto. Il risultato è un ‘contatore elettronico’, che costringe i richiedenti asilo ad attendere in condizioni pericolose alla frontiera per un periodo di tempo indeterminato. Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha accettato di accogliere richiedenti asilo non messicani allontanati dagli Stati Uniti, ma molti dei rimasti hanno subito rapimenti, stupri, estorsioni e altri abusi da parte della criminalità organizzata e dei funzionari messicani, denuncia Hrw.
Fonte: Ansa
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