Pisano: “Un’app in 70 giorni? Nemmeno Dio”. La risposta di Umberto Rapetto

Il generale della Guardia di Finanza, uno dei massimi esperti di sicurezza informatica del Paese, ribatte alle dichiarazioni della ministra

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“In settanta giorni non sviluppa un’app nemmeno Dio; mi spiego meglio, allora. In settanta giorni nemmeno un colosso come Google riuscirebbe a mettere in campo un’applicazione come la nostra. Siamo stati davvero un modello anche per gli altri Paesi” . E’ quanto ha dichiarato la ministra per l’innovazione, Paola Pisano, in un’intervista al Messaggero, parlando della realizzazione dell’app Immuni. Durante l’intervista ha aggiunto: “Ci siamo trovati davanti una tecnologia complessa in uno scenario altrettanto complicato come quello della pandemia che ha sconvolto il mondo. E abbiamo rispettato tutti i passaggi, come doveva essere”.

L’intervista

Nell’intervista la ministra per l’Innovazione ha dichiarato che parlerà con le Regioni perché “adesso devono essere loro a dare un contributo; le Regioni devono collaborare”. Ha anche auspicato che per luglio potrebbe esserci un via libera dappertutto: “Mi auguro di sì, certo. Quello può essere un giusto orizzonte temporale”.

La risposta alle parole della ministra

E’ Umberto Rapetto, uno dei principali esperti di sicurezza informatica di questo Paese, Generale della Guardia di Finanza, già comandante del Gruppo anti-crimine tecnologico, dalle colonne di infosec.news a rispondere alle parole della ministra. “Paola Pisano sa bene che Nostro Signore ha creato l’universo in sei giorni e riservò il settimo per riposarsi, ma è altrettanto cosciente che l’Onnipotente non aveva uno smartphone e se mai lo avesse avuto sarebbe stato un Huawei o avrebbe avuto un sistema operativo non aggiornato e quindi incompatibile con la app Immuni – spiega Rapetto -. La perfezione del Creato, fortunatamente, è arrivata grazie a lei, al suo imbattibile staff, alle innumerevoli task force, ai partner di indiscutibile superiorità rispetto a qualsivoglia realtà concorrente, alla stampa accondiscendente che giustamente non si turba nemmeno quando viene scomodato il Padreterno”.

Un pizzico di ironia

In una chiave ironica, l’esperto di sicurezza informatica fa notare alla ministra che “nemmeno Google, divinità pagana della civiltà tecnologica, ha la forza, l’intelligenza, la competenza, la velocità di esecuzione che il suo team invece ha ictu oculi mostrato al mondo intero con la app Immuni. Da ieri gli oltre centodiecimila qualificatissimi dipendenti del colosso americano stanno pensando di inviare agli uffici di Mountain View le loro dimissioni per la cocente mortificazione – e aggiunge -. Le dichiarazioni della Ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione hanno umiliato persino Aldo, Giovanni e Giacomo, avviliti perché nel trionfale discorso non c’è stato nemmeno un cenno al ‘grande Pdor, figlio di Kmer della tribù di Instar! Della terra desolata del Sknir! Uno degli ultimi sette saggi! Purvurur, Garen, Pastararin, Giugiar, Taram, Fusciusc e Tarin He! Colui il quale può leggere nel presente, nel passato e anche nel congiuntivo!'”.

Prosegue il generale Rapetto: “Scoraggiato anche Corrado Guzzanti, fermamente convinto che ‘Quelo’ avrebbe realizzato una app in meno di ventiquattr’ore, ma la sua presunta dichiarazione ‘anche Snack e Gnola avrebbero potuto dire la loro in proposito ed è ingiusto che non siano stati convocati nella squadra degli sviluppatori’ sarebbe risultata apocrifa – e conclude -. La Conferenza Episcopale, la CEI, sta sicuramente già organizzando una riunione top secret con la Congregazione per la dottrina della fede per studiare come inserire nelle Sacre Scritture le istruzioni d’uso e il codice sorgente della app Immuni. Qualche teologo free-lance, nel frattempo, già racconta della app ‘Alzati_e_cammina’, ammettendo che Gesù potrebbe aver violato il copyright della storica software house ‘Coclearia Flexa’ (cucchiai piegati, evolutasi nel tempo nell’odierna Bending Spoons) e del relativo ‘pedometro'”.