Una sola medaglia ma pesante come un macigno. La penultima giornata delle Olimpiadi regala all’Italia un fantastico bronzo nella lotta, grazie all’impresa di Abraham Conyedo Ruano, capace di regalare al nostro Paese una grande soddisfazione. Anche col metallo meno pregiato. Lui, cubano naturalizzato italiano per meriti speciali nello sport, non ci fa troppo caso. Questo bronzo vale quanto un oro, perché frutto di un lavoro che, per poco, non lo ha portato sul tetto del mondo. “Questa medaglia significa tutto per me, è la mia vita, ciò per cui ho lavorato negli ultimi cinque anni”.
La scalata al trono della lotta libera, categoria 97 kg, si ferma dinnanzi all’americano Kyle Snyder (medaglia d’argento) ai quarti di finale, prima di essere ripescato e giocarsi l’accesso alle finali. L’ascesa si interrompe in semifinale ma lo spareggio per il bronzo sorride a Conyedo: niente da fare per il turco Suleyman Karadeniz, battuto dopo il break con una rimonta clamorosa, da 0-2 a 5-2. La certezza della medaglia arriva a 17” dalla fine, in pieno challenge, quando Abramo guadagna il punto che significa il bronzo. Un’impresa che conferma il feeling ripreso con la lotta da parte della nazionale italiana dopo il terzo posto ottenuto da Frank Chamizo a Rio. Era stata la prima medaglia dall’argento di Claudio Pollio, a Mosca ’80.
Si chiude con un settimo posto, invece, la 4×400 maschile. Ultima gara di atletica, dopo una settimana di trionfi insperati e, in alcuni casi, anche impensabili. Il quartetto composto da Davide Re, Vladimir Aceti, Edoardo Scotti e Alessandro Sibilio si porta a casa il record italiano (2’58”81) ma non sfiora nemmeno le zone da medaglia, dominate da Usa (oro) e Botswana (argento), con un gran recupero dei Paesi Bassi che si aggiudicano il bronzo. Peccato per la staffetta italiana, che paga una partenza non esaltante e, soprattutto, un errore di Sibilio che si ritrova all’interno al momento di passare il testimone a Sibilio, posizionato in corsia larga. Peccato ma Parigi è già dietro l’angolo. E all’atletica azzurra davvero non si poteva chiedere di più.
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