Dai tempi antichi la musica e la matematica sono considerate come sorelle che hanno molti aspetti in comune: è questo medesimo spirito a muovere l’iniziativa della Nasa nel convertire in musica i dati delle missioni spaziali che studiano nebulose e galassie. Lo scopo della nuova linea di ricerca è ottenere maggiori informazioni scientifiche anche tramite l’analisi delle frequenze, utilizzando informazioni raccolte da missioni come l’Osservatorio a raggi X Chandra, il telescopio spaziale Hubble e il telescopio spaziale Spitzer. Si tratta di un progetto sviluppato nell’ambito del programma Universe of Learning della Nasa e pilotato dal Chandra X-ray Center.
La Nebulosa del Granchio è una delle nebulose che sono state “messe in musica”: al suo centro una densa stella di neutroni ruota su se stessa con grande velocità, la nebulosa si è formata a seguito del collasso della stella. Ogni lunghezza d’onda della luce, catturata dai telescopi spaziali, è abbinata a una diversa famiglia di strumenti musicali: gli ottoni rappresentano i raggi X dell’Osservatorio Chandra, gli strumenti a corda rappresentano i dati del telescopio Hubble, i legni rappresentano i raggi infrarossi del telescopio Spitzer.
C’è poi l’esplosione di una supernova nella Grande Nube di Magellano, osservata il 24 febbraio 1987 dai telescopi spaziali Chandra e Hubble: una delle più brillanti esplosioni di supernove degli ultimi secoli. Dai dati raccolti si vede un anello denso di gas espulso dalla stella prima della sua trasformazione in supernova: questo denso anello di gas diviene più luminoso a mano a mano che viene attraversato dall’onda d’urto della supernova. Una campana tibetana di cristallo è stata scelta a rappresentare i dati raccolti su questo fenomeno astrofisico: il suono della campana diventa più acuto all’aumentare della luce nell’esplosione.
A contribuire alla “musicalizzazione” dei dati c’è anche Bullet Cluster: un ammasso di galassie che ricordiamo per aver fornito la prima prova diretta della materia oscura – l’impenetrabile componente dell’universo di cui costituisce circa il 25%. Il telescopio Chandra fa vedere tramite i raggi X dove il gas viene separato dalla materia oscura: “in musica” le frequenze più basse vanno a rappresentare la materia oscura e le frequenze più alte rappresentano i raggi X.
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