Lutto nel mondo della politica e del giornalismo per la morte improvvisa dovuta ad un infarto nella notte di Luigi Amicone. Aveva 65 anni. Esponente di Comunione e Liberazione, nel 1994 Amicone ha fondato il settimanale Tempi, del quale ha mantenuto la direzione fino al 2017, dopo 23 anni ininterrotti di direzione.
I suoi genitori emigrano a Milano da Loreto Aprutino, in Abruzzo. Negli anni Settanta frequentò l’Università Cattolica di Milano e aderì a Comunione e Liberazione. Nel 1980 vinse la prima edizione del premio giornalistico Federico Motta e nel 1990 si iscrisse all’Ordine dei Giornalisti.
Dal 1980 al 1993 lavorò per il settimanale Il Sabato, del quale divenne redattore. Molte le “missioni” all’estero da inviato speciale: a Belfast, dove documentò la guerra civile tra cattolici e protestanti; e Beirut, per seguire la guerra tra Libano e Siria. Tra il 1989 e il 1993, documentò la caduta dei regimi comunisti dell’Europa orientale e intervistò Václav Havel, Lech Wałęsa e Aleksander Kwaśniewski.
Nel 1991 è inviato di guerra in Croazia e Serbia. Si è anche recato più volte in Israele per documentare il conflitto arabo-israeliano. Intervistò Yasser Arafat a Tunisi. In Israele, durante la guerra del Golfo, è tra i primi giornalisti italiani a documentare la realtà dell’Iraq del dopoguerra, nel dicembre del 1991. Nel 1992 è negli USA a seguire la rivolta dei neri nei ghetti di Los Angeles, Detroit e New York.
Fu attivo anche in politica: nel 2016 viene eletto Consigliere comunale a Milano con Forza Italia, riportando 1 700 voti preferenze. Alle elezioni politiche del 2018 è candidato al Senato in Emilia Romagna, sempre per Forza Italia, senza venire eletto.
“Luigi Amicone è stato un giornalista coraggioso: ha raccontato storie di dolore e conflitti dal fronte delle guerre più dilanianti”, scrive il Centro Studi Rosario Livatino. “È stato un uomo di fede fedelmente vissuta, concretizzata nella testimonianza personale e nel giornale da lui fondato e diretto, Tempi. Il Centro Studi Rosario Livatino è vicino ai suoi familiari e ai suoi amici e colleghi di lavoro, in particolare alla redazione di Tempi, nella certezza che quel pellegrinaggio ad Jerusalem, di cui ha scritto in un suo bel libro, oggi è arrivato a compimento”.
Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha ricordato sulle sue pagine social Luigi Amicone. “Un fine scrittore, un acuto giornalista, ma soprattutto un amico. Si è spento, troppo presto, Luigi Amicone – ha scritto Sala -, che ho avuto modo di apprezzare come consigliere comunale dai banchi dell’opposizione. Non dimenticherò mai il suo acume e la sua passione per la nostra città”.
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