Gli agriturismi situati nelle zone rosse ed in quelle limitrofe sono vuoti ma le disdette toccano comunque punte del 50% lungo tutta la Penisola per le oltre 23mila strutture presenti in Italia”. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti che ha annunciato la mobilitazione degli agricoltori contro la paura in occasione dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto con i primi aiuti all’economia nelle zone colpite dal coronavirus Covid-19.
“I necessari e tempestivi aiuti alle imprese – sottolinea Coldiretti – vanno accompagnati da una iniezione di fiducia per combattere la psicosi e far ripartire il Paese e per questo la rete degli agricoltori di Campagna Amica ha avviato la mobilitazione social “La campagna non si ferma” per promuovere la bellezza delle aree rurali e la bontà dell’enogastronomia in Italia anche con le testimonianze dirette degli imprenditori che stanno vivendo questo momento di difficoltà”. “L’allarme sanitario che ha gettato nel panico il nostro Paese, e il resto del Mondo, – scrive Coldiretti – ha fatto scoprire ancora una volta la forza degli agricoltori. Nei comuni posti sotto controllo sono moltissime le aziende agricole che lavorano per portare sulle nostre tavole tantissimi prodotti di stagione e lavorati. Sta soffrendo in particolare il comparto dell’allevamento, in quell’area tra Lombardia, Emilia e Veneto, le regioni più colpite, dove gioca un ruolo fondamentale. Allo stesso tempo non possiamo dimenticare l’aspetto dei servizi spesso legati al turismo rurale, e constatare che purtroppo molti agriturismi sono in difficoltà in questo periodo in cui fioccano disdette figlie della paura. Ma non si molla e ci si prepara al ritorno alla normalità“. “La campagna non si ferma”, prosegue l’associazione, “non è uno slogan; la campagna non si può fermare, le attività continuano, gli animali non smettono di alimentarsi e i gli agricoltori non smettono di produrre alimenti buoni e sani in per tutto il Paese; i mercati degli agricoltori rimangono aperti per portare il miglior cibo italiano ai cittadini, così come gli agriturismi”. “Il panico che si è generato – rileva Coldiretti – sta colpendo le prenotazioni di italiani e stranieri, che in campagna rappresentano quasi la metà degli ospiti, comprese quelle più lontane nel tempo con la situazione peggiore che si registra fra Veneto e Lombardia”. I timori legati al coronavirus stanno colpendo – sottolinea l’associazione – un settore con oltre 13 milioni di presenze stimate nell’ultimo anno su una rete di 253mila posti letto e quasi 442mila coperti per il ristoro”. “Questa crisi ci insegna molto. Insegna che al di là del fatto economico, il cibo assume un valore simbolico che deve essere salvaguardato con i denti. La nostra esistenza di italiani si gioca in gran parte su questo: sulla capacità di esprimere sempre di più ciò che siamo chiamati a fare. L’Italia che fa l’Italia. L’Italia che si offre al mondo e “contagia” il pianeta con la qualità unica dei suoi prodotti, la bellezza estasiante dei territori e una cultura millenaria unica sulla terra. E allora – conclude – oggi più che mai #stocoicontadini!!! Perché #lacampagnanonsiferma!!!”
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