Pil in aumento di mezzo punto percentuale. Lo evidenzia l’Istituto Statistico Italiano (ISTAT). Nel rapporto del terzo trimestre del 2022, il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. La crescita su anno è invece del 2,6%.
La recente previsione (il 19 ottobre) dell’Upb, ufficio parlamentare di bilancio, stimava -0,2% per il periodo, mentre il consenso degli analisti rilevato da Bloomberg indicava una probabile crescita piatta.
“La fase espansiva del Pil prosegue pertanto per il settimo trimestre consecutivo, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell’anno”. Lo afferma l’Istat nella nota del terzo trimestre 2022 dedicata alla stima preliminare del Pil.
Nel terzo trimestre dell’anno l’economia italiana fa registrare una crescita dello 0,5% in termini congiunturali e del 2,6% in termini tendenziali – rileva l’Istat – la crescita acquisita per il 2022 è pari al 3,9%”.
La stima provvisoria – spiega l’Istat – “riflette dal lato della produzione un calo dell’agricoltura e dell’industria e un aumento marcato dei servizi. Dal lato della domanda, un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta, a seguito di una crescita delle importazioni maggiore rispetto alle esportazioni”.
In economia, il prodotto interno lordo (abbreviato PIL) è una grandezza macroeconomica che misura il valore aggregato, a prezzi di mercato, di tutti i beni e i servizi finali (cioè esclusi i prodotti intermedi) prodotti sul territorio di un Paese in un dato periodo temporale (normalmente si usa come riferimento l’anno solare, ma sono usati anche altri archi temporali).
Attualmente gode di una posizione di preminenza circa la sua capacità di esprimere o simboleggiare il benessere di una collettività nazionale relativamente al suo livello di sviluppo o progresso.
Il termine interno indica che tale variabile comprende le attività economiche svolte all’interno del Paese, escludendo dunque i beni e servizi prodotti dalle imprese, dai lavoratori e da altri operatori nazionali all’estero (sono escluse anche le prestazioni a titolo gratuito o l’autoconsumo), mentre sono inclusi i prodotti realizzati da operatori esteri all’interno del Paese.
Il termine lordo indica invece che il valore della produzione è al lordo degli ammortamenti, ovvero del naturale deprezzamento dello stock di capitale fisico intervenuto nel periodo; questo deprezzamento comporta che, per non ridurre tale dotazione a disposizione del sistema, parte del prodotto deve essere destinata al suo reintegro. Sottraendo dal PIL gli ammortamenti, si ottiene il PIN (il prodotto interno netto).
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