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Erdogan avverte la Siria: “Se attaccati colpiremo ovunque”

Da oggi in poi, se i nostri soldati nelle postazioni di osservazione (a Idlib, ndr) subiranno danni, colpiremo le forze del regime siriano, senza essere vincolati ai confini del memorandum di Sochi“. E' questo l'avvertimento che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato alla Siria durnte un discorso pronunciato al gruppo parlamentare del suo Akp ad Ankara. Come riporta affaritaliani.it, Erdogan ha sottolineato che “gli aerei che hanno bombardato i civili a Idlib non voleranno più liberamente nella zona“, segnalando che l'abbattimento di un elicottero di Damasco lunedì è un esempio di quanto potrebbe accadere. 

Più militari a Idlib

Dopo aver annunciato l'aumento della presenza militare a Idlib e la sua collaborazione con le forze dell'opposiozione moderata, ovvero i ribelli dell'esercito nazionale siriano, il presidente turco ha voluto sottolineare che “la maggior parte degli attacchi condotti dal regime risiano e dalla Russia a Idlib hanno preso di mira i civili invece dei terroristi“, aggiungendo che queste azioni hanno come obiettivo quello di spingere i civili verso il confine con la Turchia per poter prendere più facilmente il controllo dell'area. 

L'esodo dei vicili

Nel frattempo, continua nel nord-ovest della Siria l'esodo dei civili in fuga verso la frontiera turca nel tentativo di sfuggire ai bombardamenti governativi e russi a Idlib. Altre 27 mila persone si sono aggiunte negli ultimi quattro giorni ai convogli di sfollati diretti verso nord e ovest, secondo le informazioni fornite dal Coordinamento per la risposta alle operazioni in siria, organizzazione vicina ad Ankara, citate da Anadolu. I profughi si dirigono verso le zone passate sotto il controllo turco con le operazioni militari Scudo dell'Eufrate e Ramoscello d'Ulivo. Nella giornata del 10 febbraio, l'Onu aveva paralto di quasi 700 mila nuovi profughi da Idlib a partire da dicembre

Manuela Petrini

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