Categories: Attualità

Erdogan: “A Idlib non faremo passi indietro”

Idlib non faremo il minimo passo indietro. Faremo arretrare il regime siriano dietro i limiti definiti” della zona di de-escalation negli accordi con la Russia “e permetteremo il ritorno dei civili nelle proprie case“. E' quanto ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in un discorso al gruppo parlamentare del suo Akp. “La nostra principale difficoltà attualmente consiste nel non poter utilizzare lo spazio aereo, ma troveremo una soluzione rapidamente”, ha aggiunto Erdogan. 

Proseguono i raid aerei

Nel frattempo, sono in corso intensi scontri armati nella Siria nord-occidentale tra forze governative sostenute dalla Russia e milizie anti-regime appoggiate dalla Turchia. E' quanto hanno riferito fontisul terreno, secondo cui proseguono i raid aerei di Mosca e Damasco contro le zone ancora controllate dalle opposizioni armate a sud e a est di Idlib. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, le forze lealiste hanno preso di mira con razzi terra-terra un convoglio militare turco nella zona di Jabal Zawiya, danneggiando alcuni mezzi. 

I ministri degli esteri europei: “Fermare il disastro a Idlib”

A fronte del “nuovo disastro umanitario” che si sta verificando a Idlib, “chiediamo al regime siriano e ai suoi sostenitori di porre fine a questa offensiva e di riprendere il cessate il fuoco stabilito nell'autunno 2018“. E' quanto scrivono, in una lettera pubblicata da La Stampa, 14 ministri degli Esteri europei, tra i quali l'italiano Luigi Di Maio, il francese Jean-Yves Le Drian e il tedesco Heiko Mass, oltre ai ministri di Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Blegio, Estonia, Polonia, Lituania, Svezia, Danimarca, Finlandia, Irlanda. “Da dicembre – denunciano i ministri – le operazioni condotte nel nord-ovest sono aumentate di intensità, con il supporto degli aerei russi”. Pe questo i ministri chiedono anche alla Russia “di proseguire i negoziati con la Turchia al fine di attenuare la terribile situazione a Idlib e contribuire a una soluzione politica“. “Intendiamo continuare a sostenere i meccanismi per combattere l'impunità istituiti dalle Nazioni Unite – conclude la lettera -. Manterremo il nostro impegno per garantire che i crimini commessi in Siria, incluso l'uso di armi chimiche, non rimangano impuniti”. 

Manuela Petrini

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