Il Governo “comincerà oggi stesso a verificare le condizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki” in seguito all’ordine del giorno approvato in questo senso dal Parlamento. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, intervistato da Rainews24.
Quella di Zaki, ha detto Della Vedova, “segue la vicenda tragica di Regeni e quindi un’attenzione dall’Italia è doverosa. L’ordine del giorno del Parlamento ha impegnato il governo, che del resto si era espresso favorevolmente allo stesso ordine del giorno”.
“Apprezziamo le parole del sottosegretario Della Vedova, che sono coerenti con quello che l’ordine del giorno del Parlamento ha chiesto al governo di fare. Aspettiamo fiduciosi che vadano avanti queste verifiche”. Così all’Ansa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, commenta l’annuncio del sottosegretario agli Esteri che il governo comincerà oggi stesso a verificare le condizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana a Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere in Egitto da oltre un anno.
“Quella su Patrick Zaky è un’iniziativa parlamentare in cui il Governo non è coinvolto al momento“. Aveva risposto così il premier Mario Draghi (vedi video a inizio pagina) durante la conferenza dello scorso 16 aprile a Palazzo Chigi, a chi gli ha chiesto se il governo, come richiesto dal Senato con un ordine del giorno bipartisan, avrebbe concesso la cittadinanza italiana a Zaky.
Lo scorso 13 aprile il Senato aveva approvato la richiesta di conferire al più presto la cittadinanza italiana a Patrick Zaki con un ordine del giorno unitario, dunque bipartisan. Il provvedimento, che aveva ottenuto 208 voti favorevoli, nessun contrario e 33 astenuti, è stato fortemente voluto dal dem Francesco Verducci e appoggiato anche dai partiti del centrodestra. Ad astenersi dal voto sono stati invece i senatori di Fratelli d’Italia.
A chiedere il conferimento della cittadinanza a Patrick Zaki c’era stata anche la senatrice a vita Liliana Segre, che si era presentata nell’Aula del Senato per sostenere l’ordine del giorno. “C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare – aveva sottolineato Segre su Repubblica – ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente, quando si parla di libertà“. Il ricercatore egiziano dell’Alma Mater venne prelevato dalla polizia egiziana appena atterrato al Cairo ed è detenuto in carcere dal 7 febbraio 2020.
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