Il presidente Usa Donald Trump farà il discorso per l’accettazione della nomination alla Casa Bianca a Jacksonville, in Florida, il 27 agosto. “La Florida non solo ha un posto speciale nel cuore del presidente come suo Stato di residenza, ma è cruciale nella strada per la vittoria nel 2020”, dice la presidente del comitato del partito Repubblicano, McDaniel. Il discorso dovrebbe tenersi in uno spazio che può ospitare circa 15 mila persone.
La Convention repubblicana si terrà invece a Charlotte, North Carolina,con un numero ridotto di delegati, a causa del Covid. Il rappresentante Dem Joe Biden ha attaccato Trump per la sua crociata contro il voto per posta. “Siamo di fronte a un tipo che dice che tutto il voto per posta è una frode e lui stesso vota per posta – ha affermato – seduto alla sua scrivania compilando la scheda per posta delle primarie”. L’ex vice presidente ha detto che la sua campagna sta rafforzando la presenza di legali in tutti i distretti per controllare eventuali problemi al momento delle elezioni.
Negli Stati Uniti sono stati registrati altri 941 morti in 24 ore a causa della pandemia da coronavirus. Le vittime totali dall’inizio dell’emergenza salgono così a 113.774. E’ quanto si apprende dall’ultimo bollettino della Johns Hopkins University. In termini assoluti, gli Usa restano il Paese più colpito dalla pandemia. Il numero dei casi di contagio accertati sono 2 milioni 021.990. E i nuovi casi aumentano di circa 20.000 unità al giorno, senza che la curva mostri segni di discesa.
La pandemia non ferma la politica estera degli Stati Uniti. La Casa Bianca ha annunciato che verrà ridotta la presenza militare in Iraq “nei prossimi mesi” e discuteranno con il governo iracheno lo status delle forze che restano. Lo si apprende da un comunicato diffuso dal Dipartimento di Stato americano. La notizia è confermata anche dall’agenzia statale irachena Ina, che cita il premier, Al-Kadhimi, secondo cui il dialogo tra i due Paesi ha riconosciuto la decisione del parlamento iracheno sul ritiro delle forze Usa dopo l’uccisione del generale iraniano, Qassem Soleimani, all’aeroporto di Baghdad lo scorso 3 gennaio.
A due anni dallo storico primo incontro tra il presidente Usa, Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, a Singapore, la speranza di progressi nelle relazioni “si è trasformata in disperazione caratterizzata da una spirale in deterioramento”. Così il ministro degli Esteri di Pyongyang, Ri Son Gwon. “Anche il più flebile raggio di ottimismo sulla pace e la prosperità nella penisola coreana è divenuto un cupo incubo“, ha aggiunto Ri Son Gwon, annunciando la ripresa del programma nucleare per contrastare le minacce Usa.
Soddisfatto il premier israeliano Netanyahu per la decisione di Trump di autorizzare sanzioni economiche contro quei magistrati della Corte penale internazionale che indagano su militari e 007 americani per possibili crimini di guerra compiuti in Afghanistan. “E’ un tribunale politicizzato, che ha l’ossessione di condurre una caccia alle streghe contro Israele e Usa e altre democrazie che rispettano i diritti umani, ma che chiude gli occhi su violatori dei diritti, tra cui il regime terrorista dell’Iran“, ha detto Netanyahu.
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