E’ stato arrestato Davide De Simone, il “mago” 40enne di origini siciliane che esercitava in provincia di Reggio Calabria. Ai domiciliari è finita la moglie, V.G. di 37 anni, accusata di ricettazione.
L’uomo, secondo l’accusa, era riuscito a raggirare un disabile mentale spingendolo a sospendere una cura farmacologica e a rifiutare un intervento, cosa che lo ha portato al decesso. L’uomo, oltre al reato di morte come conseguenza di altro delitto, è anche accusato di truffa, ricettazione, violenza sessuale, circonvenzione di persona incapace, detenzione abusiva di armi e truffa aggravata.
L’inchiesta è iniziata nel gennaio 2019 quando i carabinieri sono intervenuti all’interno di un ufficio postale a Reggio Calabria, allertati da una segnalazione giunta al 112 da parte del direttore della filiale preoccupato per l’atteggiamento di un avventore e di una donna.
Si trattava di De Simone e della moglie i quali, a seguito di una perquisizione personale e domiciliare, sono stati trovati in possesso di vari monili in oro, due cartucce per armi da fuoco e una cospicua somma di denaro. Gli accertamenti investigativi dei militari hanno consentito di scoprire che il mago e la moglie erano una coppia di abili truffatori in cerca di poveri malcapitati a cui promettere la “miracolosa” risoluzione di problemi sentimentali o di salute in cambio di soldi.
Stando all’indagine, il modus operandi era sempre lo stesso: il mago, approfittando della fragilità e della vulnerabilità delle sue vittime, convinte di essere colpite da negatività o sfortune, e facendo leva su una delle tradizioni popolari più radicate, con amuleti e talismani portafortuna venduti a peso d’oro, procedeva all’incantesimo con la promessa di sconfiggere il “maligno”.
In alcuni casi, vantando poteri soprannaturali, decantava di riuscire a curare una malattia o riconquistare il partner perduto. Durante la celebrazione di alcuni rituali esoterici, De Simone è riuscito anche ad “abbindolare” e violentare tre donne che si erano rivolte a lui per riconquistare la propria anima gemella. Per farlo, le aveva convinte ad eseguire “un rito sessuale con lui, per il tramite dello spirito santo”.
“Un vero e proprio professionista dell’inganno, pronto ad approfittare dei momenti di defaillance e delle debolezze delle persone, dando false speranze in cambio di denaro”. Così il gip Barbara Borelli nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura di Palmi nei confronti di Davide De Simone, il “mago” arrestato dai carabinieri per truffa, ricettazione, morte come conseguenza di altro delitto, violenza sessuale, circonvenzione di persona incapace, detenzione abusiva di armi e truffa aggravata.
Nell’ordinanza di arresto, in cui il giudice ha sottolineato la “spiccata personalità criminale” dell’indagato, si legge che “alle vittime di sesso femminile in uno stato di maggiore fragilità e depressione, e pertanto più vulnerabili, egli ha riservato il trattamento più crudele, perché proteso non solo più al denaro, ma alla violazione dell’intimità sessuale“. Infatti, il sedicente mago, oltre a farsi consegnare ingenti quantità di soldi dai malcapitati clienti, avrebbe anche abusato sessualmente di tre donne.
In merito al decesso del soggetto che ha rifiutato di farsi curare l’infarto intestinale dai medici dell’ospedale di Polistena perché aspettava “il santone dalla Sicilia“, il gip ha scritto che la morte dell’invalido “è in rapporto di causalità diretta con l’operato del ‘mago’ che, certamente consapevole dello stato di deficienza psichica della vittima, ha scelleratamente e subdolamente alimentato le sue credenze sul soprannaturale”.
“Basta un consulto – era scritto sull’insegna dello studio di De Simone a Reggio Calabria – e saranno finiti i vostri problemi e le vostre preoccupazioni”. “L’invito dell’Arma – ha detto su Ansa il maggiore Cristian Tedeschi, comandante della compagnia dei carabinieri di Reggio Calabria, in merito all’arresto del mago Davide De Simone – è quello di affidarsi alle forze dell’ordine segnalando situazioni di tal genere e fare intervenire personale sanitario per le cure del caso”.
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