Un passaggio di consegne storico quello appena avvenuto ai vertici dell’Università di Roma La Sapienza. Dopo sei anni si chiude il periodo di gestione di Eugenio Gaudio, la cui ricandidatura è stata bloccata dal nuovo regolamento entrato in vigore durante le ultime elezioni. E, per la prima volta, al ruolo di rettore arriva una donna. Si tratta di Antonella Polimeni, preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, oltre che docente di Malattie Odontostomatologiche. Una prima volta storica per l’ateneo più grande d’Europa (120 mila nuovi studenti ogni anno), così come lo era stata la sua nomina a preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria. Una delle 11 dello Studium Urbis. Polimeni che, peraltro, prosegue il filone dei rettori medici, aperto con Luigi Frati (2008-2014) e proseguito con Gaudio (2014-2020).
Una votazione avvenuta online quella per il nuovo magnifico rettore (altra prima assoluta), a causa naturalmente della pandemia in corso. Un evento eccezionale che, oltre a segnare indelebilmente l’umanità del Duemilaventi, ha costretto anche l’Università di Roma, come tutti gli altri atenei, ad adeguare la propria didattica al nuovo corso imposto dal Covid-19. E il messaggio rivolto dal neo-rettore agli elettori non dimentica il ruolo fondamentale svolto dalla sua professione. La sua gestione, sarà animata dall’intento “dichiarato di ricomporre la frattura tra scienza e società, vincendo le attuali, gravi diffidenze verso la ricerca. A ciò, infine, si aggiunga l’urgentissima promozione dell’internazionalizzazione del binomio ricerca e didattica. Senza dimenticare le istanze della ricerca di base da sostenere e da accompagnare mediante aree dedicate dell’Amministrazione, nonché il rilancio dell’Area della Salute”. Un programma frutto di una carriera accademica che conta oltre 470 pubblicazioni.
Un piccolo successo l’elezione di Antonella Polimeni, che vince la sfida interna (staccando i candidati Vincenzo Nesi e Federico Masini, guadagnando quasi il 61% delle preferenze alla prima chiama) che voleva un rettore di altra facoltà dopo i due “medici” Frati e Gaudio. Ai colleghi, il rettore ha fatto sapere di essere “animata dall’entusiasmo e dalla forte determinazione a imprimere alla nostra grande Università un ulteriore salto qualitativo a tutti i livelli. Una riforma strutturale a medio termine – così la definirei – che si dimostri all’altezza della nostra indiscussa eccellenza”. Invitando, peraltro, a far proprio “la ricchezza del pluralismo” mostrato storicamente dall’ateneo romano, forgiato da 700 anni “di storia viva”.
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