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RINNOVABILI, ALLE HAWAII L’ELETTRICITÀ SI PRODUCE CON LA FORZA DELLE ONDE

I cambiamenti climatici che interessano il nostro Pianeta sono in molti casi sempre più evidenti: basti pensare allo sbiancamento della barriera corallina in Australia, o a quella cittadina dell’Alaska che ha dovuto spostare di alcuni metri le sue case perché il livello del mare era salito fino al punto di causare l’erosione di una parte della città sta facendo cedere alcune abitazioni. Tutto ciò è causato dal riscaldamento dei mari e il conseguente scioglimento dei ghiacciai. Proprio per questo motivo molti Paesi stanne cercando di correre ai ripari, cercando soluzioni più sostenibili per il nostro pianeta, ma che comunque ci permettano di mantenere il nostro attuale stile di vita.

Alle Hawaii, per esempio, è in corso una sperimentazione per produrre energia elettrica sfruttando il movimento e la forza delle onde dell’oceano. Due “boe” speciali, istallate nella baia di Kaneohe di Oahu (isola principale dell’arcipelago statunitense), hanno generato l’elettricità e l’hanno “spedita” a una base militare situata sull’isola, a circa un miglio di distanza.

Si tratta del primo impianto per trarre energia dalle onde negli Stati Uniti, sfruttando l’incessante movimento marino che racchiude in sé un enorme potenziale. Secondo alcune stime potrebbe soddisfare un quarto del fabbisogno energetico americano. La tecnologia tuttavia è indietro rispetto alle altre fonti rinnovabili, sole e vento in testa.

Le Hawaii sono state scelte come luogo dove far partire il progetto pilota proprio grazie alla presenza, quasi constante delle grandi onde, conosciute da tutti i surfisti del mondo: la forza e l’altezza delle onde, infatti, ben si presta alla sperimentazione di tecnologie per le rinnovabili marine. Inoltre le Hawaii devono raggiungere l’obiettivo di sfruttare energia al 100% rinnovabile entro il 2045. Un obiettivo che al momento sembra troppo lontano: infatti secondo gli esperti potrebbero volerci dai 5 ai 10 anni per avere una tecnologia per le rinnovabili marine che possa fornire un’alternativa non troppo costosa ai combustibili fossili.

 

Edith Driscoll

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