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Perde il portafoglio, rifugiato lo trova e lo restituisce

Perdere il portafoglio con dentro carta di credito, bancomat, documenti e 200 euro in contanti è senza dubbio una disdetta. Ma a volte la sorte ha in serbo delle sorprese inaspettate e può capitare di recuperare il tutto. Anche gli occhiali da sole lasciati sui gradini di una chiesa. La notizia, una di quelle che ogni tanto (raramente) balzano agli onori della cronaca, l’ha riportata il Giornale di Vicenza. Ma la particolarità, in un periodo in cui gli immigrati sono guardati con sospetto, per usare un eufemismo, è che a restituire il portafoglio al legittimo proprietario è stato un profugo del Gambia.

Lo scenario di questa storia è la città di Schio, in particolare la chiesa della SS. Trinità. Christian Zarantonello ha raccontato di aver “lasciato sui gradini del sagrato il mio portafoglio e un paio di occhiali da sole dimenticando per alcune ore la vicenda. Solo nel momento in cui sono andato a fare la spesa mi sono reso conto, ripercorrendo le mie mosse, dell’accaduto. Mi sono quindi recato nel punto esatto in cui mi son seduto ma come immaginavo, non c’era più nulla”. Ha provato a chiedere ai ragazzi che stavano giocando a calcio sul campo vicino e ad alcuni passanti ma nessuno gli ha dato indicazioni utili. Anzi, qualcuno “mi ha suggerito di lasciar perdere, tanto la zona è frequentata da extracomunitari, come a sottintendere che è malfamata e che non avrei ritrovato nulla”. Christian ha provato anche a chiedere in canonica, senza ottenere risposta perché il parroco era impegnato nel campo scuola.

In serata la svolta: il sacerdote risponde al cellulare e dice all’insegnante 42enne di stare tranquillo perché tutto era stato trovato da un giovane migrante del Gambia, Kebba, che lo aspettava il mattino successivo per riconsegnargli tutto. Il rifugiato è ospitato in canonica dal parroco don Carlo e lavora saltuariamente come cameriere. Senza dubbio quei 200 euro gli avrebbero fatto comodo. Ma non ha tradito la fiducia di chi lo ha accolto senza remore. E il commento di Zarantonello è forse il modo migliore per fotografare una storia a lieto fine: “Sono felice per aver recuperato tutti i miei effetti personali ma ancor di più nel voler constatare che non vincono sempre le maldicenze sulla disonestà della gente, i preconcetti verso gli extracomunitari”. Di fronte alla diffidenza di tanti, “credo sia più che mai necessario oggi dare testimonianza di simili gesti di solidarietà e fraternità”. Come dargli torto?

Edith Driscoll

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