Sul fatto che sia la montagna più alta della Terra non vi sono dubbi; sull’effettiva quota raggiunta dall’Everest, a quanto pare, qualcuno ce n’è. Fino a questo momento, i metri esatti del monte sul livello del mare, considerando i margini di errore concessi, sono stati stimati nella nota cifra di 8848. Un’altezza che, secondo alcuni ricercatori indiani, potrebbe aver subito, negli ultimi due anni, una variazione di qualche centimetro. In difetto. A far sorgere le nuove domande, sarebbero stati i due recenti terremoti che, a distanza di pochissimi giorni (25 aprile e 16 maggio 2015), hanno violentemente colpito il Nepal, causando oltre 8 mila vittime. Particolarmente alta la gradazione registrata dai sismografi (rispettivamente 7.8 e 7.3) la quale, unita alla breve distanza intercorsa fra le due scosse, potrebbe aver provocato un lieve abbassamento della vetta.
Un dubbio, questo, che ha dapprima afflitto le autorità nepalesi e, successivamente, ha spinto il governo dell’India a programmare l’allestimento di una spedizione che, fra qualche mese, dovrebbe partire per raggiungere il tetto del mondo, in modo da misurarne nuovamente l’altezza: l’ultima stima tra quelle confermate, infatti, risale ormai al 1952. Le perplessità sull’effettiva incidenza del più distruttivo terremoto degli ultimi 80 anni sul ridimensionamento, pur esiguo (si parla di alcuni centimetri), dell’Everest, si baserebbe sulle recenti indagini altimetriche riguardanti l’intera catena dell’Himalaya la quale, in molti punti, si sarebbe abbassata addirittura di un metro dopo il sisma, come sostenuto da ricercatori nepalesi.
La spedizione indiana dovrebbe chiarire, attraverso un sistema incrociato di misurazione tra vetta e campo base, se questa circostanza si sia o meno verificata anche sulla montagna più alta del pianeta anche se, a oggi, il Nepal non ha ancora concesso il permesso per la scalata, probabilmente per la volontà di effettuare una missione “casalinga”. A ogni modo, che siano alpinisti e scienziati di uno qualsiasi di questi due Paesi, la nuova misurazione dovrebbe comunque andare in porto. Per appurare l’eventuale nuova altitudine, dovesse infine toccare alla spedizione indiana, verrà utilizzato il sistema del Global positioning system (Gps) dalla cima e, al tempo stesso, il vecchio metodo delle triangolazioni dal basso, al fine di avere una stima maggiormente precisa, con un margine di errore di circa un centimetro. I lavori richiederanno almeno un mese, con un’attesa richiesta per la pubblicazione dei dati di altri 15 giorni.
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