Morte probabile se si perde l’olfatto

La mitologia greca, attraverso Esodo, paragonava la vita ad un filo di tessuto che le tre Moire lavoravano pazientemente, due intente a tessere il filo della vita e la terza in attesa di reciderlo, decretandone la morte. Da allora gli studi e le ricerche ci conducono su strade impensate, ma anche inverosimili.

Pare infatti che la morte, per le persone anziane, si avvicini quando si perda l’olfatto: a dirlo sono i ricercatori dell’Università di Chicago guidati da Jayant Pinto. Appena data la notizia, le preoccupazioni si sono moltiplicate di tutti gli anziani americani: Pinto ha infatti dichiarato che dovrebbe essere un sistema rapido ed economico per individuare i soggetti a rischio.

Non si sa in che modo influisca la riduzione dell’olfatto, che potrebbe causare la morte anche a distanza di cinque anni: è ancora sconosciuto il tipo di morte che da questa perdita sensoriale dovrebbe avvenire. Unico dato certo è che sarebbe un preallarme per il calo riproduttivo di cellule. Pinto afferma: “non vogliamo che gli adulti siano presi dal panico”.

Gli anziani hanno piena consapevolezza che tutto il loro corpo perde vigore; combattono con i reumatismi, sono afflitti dall’artrite, devono fare i conti con il calo dell’udito, la discesa della cataratta, la fragilità ossea e tutta una lunga serie di sofferenze e da oggi, di insonnia!

Si doveva proprio mandarli in tilt con questa scoperta che, tra l’altro, mi pare semini più dubbi che certezze? E se proseguendo le ricerche si arrivasse a poter conoscere il proprio orologio vitale (o letale), cosa avverrebbe? Davvero gli anziani desiderano trascorrere qualche mese o qualche anno con questa spada di Damocle sul capo? Non sarebbe più sano invecchiare serenamente affrontando giorno dopo giorno ma sempre avendo cura di sé, quel tempo prezioso del quale non siamo stati resi padroni e non a caso?