Una straordinaria prova di solidarietà, quella messa in atto dai dipendenti della Reggiani Macchine di Grassobbio, in provincia di Bergamo. Tutti in sciopero, immediato e all’improvviso. In 230 si sono piazzati davanti ai cancelli dell’azienda, specializzata nella produzione di macchinari per la stampa, da meno di un anno e mezzo assorbita dalla multinazionale americana Efi. Il motivo: il licenziamento di una collega di circa 30 anni, appena rientrata dalla maternità. I lavoratori si sono schierati compatti accanto ai sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil che hanno avviato un confronto con l’azienda secondo la quale il licenziamento è avvenuto “per giustificato motivo oggettivo e soppressione della mansione”.
Secondo fonti sindacali, l’incontro con i rappresentanti aziendali non ha prodotto alcun esito positivo, nonostante la proprietà abbia ammesso di non essere in crisi, al punto da aver assunto altro personale negli ultimi giorni. La neomamma sarebbe stata licenziata in seguito a una riorganizzazione degli uffici ma non sarebbe stato comunicato ai sindacati. Una mancanza di relazioni che preoccupa le organizzazioni dei lavoratori. In una nota Fim e Fiom si dicono preoccupate “soprattutto dalle modalità e dalle relazioni sindacali che la proprietà ha adottato da qualche tempo e chiedono il ritiro del licenziamento e il ripristino di un sistema di relazioni corrette”.
Di fronte alla caparbietà della dirigenza nel confermare il provvedimento di licenziamento, i dipendenti hanno deciso di attuare nei prossimi giorni il blocco degli straordinari. Un braccio di ferro che si annuncia comunque lungo e difficile.
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