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IBARTER: LA PIATTAFORMA WEB CHE PERMETTE DI BARATTARE BENI E SERVIZI

Quanti vorrebbero poter cenare in uno dei ristoranti più rinomati d’Italia senza pagare un euro ma semplicemente “scambiando” qualcosa? Si chiama “baratto” ed è probabilmente il sistema economico più antico del genere umano, l’unica in uso prima dell’“invenzione” della moneta e poi completamente soppiantato da quest’ultima. Forse, però, non così “definitivamente” poiché, complice la crisi economica, sempre più aziende e privati scelgono di offrire i loro servizi in cambio di oggetti o beni intangibili.

Ma come mettere insieme domande e offerte così diverse e spesso geograficamente lontane tra loro? Il problema è stato risolto da un’azienda torinese creatrice del sito web iBarter, la prima piattaforma nazionale per lo scambio online. Il meccanismo è semplice: l’utente – pubblico o privato che sia – si iscrive al sito, dove potrà vendere prodotti, merci o servizi aziendali, “ma anche tutto ciò che si possiede e non si utilizza più – spiegano gli ideatori – come ad esempio vecchi mobili o capi d’abbigliamento”. Il ricavato delle vendite verrà poi incassato in forma di “IBcredit”, una moneta virtuale che potrà essere utilizzata per acquistare merci e servizi offerti dagli altri utenti.

“Di fatto – spiega Marco Geschwentner, tra i fondatori del circuito – non abbiamo inventato nulla. Abbiamo solamente reinterpretato la formula del baratto in chiave moderna. Il rapporto di scambio non è né bilaterale né contemporaneo, ma intervengono più soggetti e in tempi differenti. Col vantaggio – conclude – di un abbattimento dei costi e dell’allargamento del network aziendale”. Un sistema che sembra stia riscuotendo un certo successo, a giudicare dai numeri diffusi dalla società: “Al momento – spiega un portavoce – abbiamo oltre 700 iscritti soltanto tra le aziende, ma la prospettiva è di arrivare a mille entro la fine dell’anno. Nel solo settore alimentare, tra cantine, ristoranti e produttori agricoli, abbiamo una quarantina di utenti attivi”.

Tra i numerosi sostenitori, anche lo chef piemontese Nicola Batavia, diventato famoso in tutto il mondo per aver deliziato gli atleti in gara alle ultime tre edizioni delle Olimpiadi. E che nel suo bistrot torinese, il Birichin – famoso per l’uovo affogato con tartufo e granella di nocciole – da qualche tempo offre la possibilità di pagare con prodotti aziendali, consulenze professionali o tutto ciò che il cliente abbia da offrire col suo lavoro e le sue competenze. Forse da ora in poi sarà possibile sbarazzarsi di oggetti inutili che invadono casa e, al contempo, guadagnarci pure una cena regale. Solo un sogno? Grazie al ritorno al baratto, forse no.

Milena Castigli

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