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Giorgio Napolitano si è dimesso. Adesso le grandi manovre sul Colle

Il dado è tratto. Giorgio Napolitano si è dimesso da presidente della Repubblica. La volontà di lasciare il Colle a inizio anno era prima filtrata dalle segrete stanze del Quirinale e poi è stata confermata dallo stesso capo dello Stato. Il suo secondo mandato ha rappresentato un unicum nella storia italiana e Napolitano non intende procedere oltre sulla strada di un’evidente forzatura di una prassi istituzionale quasi secolare. Il Presidente sa di aver esaurito il suo ruolo e, in più, l’età non gli consente di procedere oltre.

In nove anni ha fatto ben più di quanto il suo ruolo gli imponessi, costringendolo ad assumere decisioni di natura politica, come quando ha accelerato il crollo dell’ultimo governo Berlusconi sotto la spinta dello spread e dell’Europa. O come quando, dopo le Politiche del 2013, si è rifiutato di indire nuove elezioni, preferendo la creazione di un esecutivo (prima affidato a Enrico Letta e poi a Matteo Renzi) delle grande intese per perseguire la strada di riforme vitale per il Paese. Oggi la via per il cambiamento è stata imboccata, nonostante la legge elettorale e il titolo V della Costituzione ancora non siano state modificate secondo gli intendimenti di Napolitano (che aveva posto precise condizioni a riguardo al momento della sua rielezione).

Ma attendere oltre non si poteva, il destino dell’Italia, caduto l’ombrello di re Giorgio, torna nelle mani dei partiti. Da Renzi sino agli esponenti Ue il saluto è stato commosso, come si deve a uno statista che, nel bene o nel male, ha cercato di condurre la nave Italia attraverso le onde della crisi. Il premier lo ha ringraziato auspicando l’arrivo di un “arbitro imparziale”. E’ quello che la politica dovrà fare già da oggi.

Il presidente della Repubblica ha dunque firmato la lettera di dimissioni che sarà poi consegnata ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio; il segnale è stato l’ammaina bandiera al Quirinale. “Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato questa mattina, alle ore 10.35 – si legge in una nota ufficiale – l’atto di dimissioni dalla carica. Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, è stato scortato dai corazzieri motociclisti a Palazzo Madama e Montecitorio. Nel frattempo Giorgio Napolitano ha salutato tutti i dipendenti del Quirinale ed è sceso nel Cortile d’Onore per ricevere i saluti di un picchetto. Sono trascorsi così, sulle note dell’Inno di Mameli, gli ultimi istanti di Napolitano al Colle. Dopo aver ricevuto lo Stendardo del Presidente, Napolitano è uscito dal Portone Principale dove, la folla radunata, lo ha omaggiato con un lungo applauso.

Luca La Mantia

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