Un tempo erano soltanto le cosiddette “frequentazioni sbagliate” a spingere gli adolescenti sulla strada della droga, dell’alcol e del tabacco. Oggi anche l’utilizzo di internet può rappresentare per i più piccoli una porta d’accesso alla perdizione e all’abuso di sostanze nocive.
La piattaforma parentale Kaspersky Lab installata su milioni di computer fissi di tutto il mondo con lo scopo di filtrare contenuti adatti a minori, ha pubblicato uno studio durato un anno dal quale emerge che sempre più spesso i bambini si imbattono in siti che contengono informazioni su droghe, alcol e tabacco. Gli analisti spiegano che nel 2016 si è registrato un aumento dal 9 al 17% dei baby-utenti che accedono a determinati siti. L’italia resta però al di sotto della media, con l’8%.
Diminuisce invece il tempo che i più piccoli passano su chat e social attraverso i pc fissi. Questo è dovuto alla proliferazione di smartphone e tablet, che consentono un accesso più immediato a simili piattaforme, sulle quali i bambini trascorrono comunque la maggior parte del loro tempo online (61%, dal 67% dell’anno precedente). Anche riguardo a questo dato, l’Italia resta sotto la media mondiale: 57 per cento. Si registra anche una diminuzione nell’accesso da pc a siti di giochi (9%, dall’11% dell’anno precedente), mentre i siti web per adulti ora rappresentano l’1,2% rispetto all’1,5%.
Un aumento importante riguarda l’interesse per i siti di intrattenimento online, come musica in streaming e video su YouTube, nonché le piattaforme che vendono applicazioni: dal 3% dell’anno prima si è passati al 6%. In questo settore l’Italia finisce sopra la media col 15% degli accessi, seconda solo alla Cina (18%).
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