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CON I COLORI DI GOOGLE MAPS RICREATI I VESSILLI NAZIONALI

Se si osserva il nostro pianeta dall’alto, ci si rende immediatamente conto di una cosa: non esistono confini. Visto in questa prospettiva, ognuno di noi, oggi più che mai, è un cittadino del mondo. Come rendere ancora più comprensibile questo messaggio? Semplice. Basta prendere la bandiera di uno Stato e riempirlo “con quanto di più universale puoi trovare sulla Terra: i suoi colori, tratti dalle foto satellitari”. Alla base del progetto fotografico “All the colors of the world”, del fotografo italiano Max Serradifalco, di Palermo, esperto di fotografia paesaggistica, c’è questa idea di fondo. Nei suoi innumerevoli viaggi virtuali, alla ricerca di foto satellitari di forte impatto, Max rintraccia i colori che gli servono per rielaborare le bandiere delle varie nazioni, con un unico criterio di base: “per reinterpretare il vessillo di una nazione, usa sempre paesaggi di paesi diversi”.

Ad esempio, la bandiera giapponese è realizzata con immagini aeree di Antartide e Australia. Il messaggio è chiaro, e oggi ancora più attuale che mai: “i confini sono una barriera arbitraria, e siamo tutti cittadini dello stesso pianeta”. Il fotografo fa notare che se la bandiera fa riferimento a un preciso “codice di tradizioni legate a un singolo popolo”, i colori del globo terracqueo appartengono tutti; in tal modo le frontiere vengono superate. Nella foto che ritrae la bandiera italiana, il tricolore è stato ottenuto con immagini satellitari di Qatar, Antartide e Namibia.

Le immagini sono tratte tutte da Google Maps, e sono semplicemente ritagliate nel modo giusto, senza essere “contaminate” con altri mezzi digitali. “Uso sempre terre di altri luoghi per reinterpretare la bandiera di una nazione – dice Serradifalco – . Quella del Brasile, che al primo sguardo induce lo spettatore a pensare all’Amazzonia, invece è la foresta indonesiana, anch’essa gravemente minacciata dall’uomo”. Gli altri colori, andando verso l’interno, vengono da Arabia Saudita, Oceania e Groenlandia. “La bandiera del Belgio – prosegue il fotografo – è stata realizzata la mattina degli attentati terroristici a Bruxelles, quei tragici fatti hanno influenzato la mia creatività”. Qui si vedono immagini aeree di Islanda, Siria e Australia.

La bandiera della Siria, invece, è stata realizzata accostando i colori delle foto satellitari di Australia, Groenlandia, French Polinesia francese e Islanda. “L’ideadi diventare un viaggiatore virtuale, tramite internet, rimanendo un vero fotografo paesaggista è nata nel 2011 in seguito a un’intuizione mossa dal gusto per la sperimentazione e l’amore per la Natura – racconta Max -. Le bandiere satellitari di ‘All Colors of the World’ sono il risultato di un anno di ricerca personale sul tema del ‘viaggio della vita sulla Terra’ e dei popoli che in essa vi abitano. Il blu dell’Unione Europea raffigura quasi interamente l’Oceano Atlantico, da est ad ovest, a simboleggiare la grande alleanza tra Europa e America”.

Nella bandiera degli Stati Uniti, invece, “il blu non è altro che lo specchio di mar Mediterraneo tra la Libia e l’Italia, fronte per migliaia di profughi che decidono di attraversarlo per scappare da conflitti, come sappiamo, spesso gestiti dai governi occidentali”. Il progetto fotografico vede un mondo senza confini, dove ciascuno appartiene al pianeta Terra, indipendentemente dallo Stato in cui si nasce. E ci riesce magistralmente: partendo dai colori del globo, rivisita quei simboli che lungo il corso della storia, fin troppe volte sono stati usati per dividere, anziché per unire.

 

Fabio Beretta

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