IL WWF CHIEDE A RENZI PROVVEDIMENTI CONCRETI CONTRO LE CENTRALI A CARBONE
Nel mondo si stanno moltiplicando fenomeni climatici estremi; siccità, alluvioni, desertificazione, innalzamento del livello del mare. Solo nel 2014 circa 19 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare la propria terra a causa di disastri ambientali e, senza un’inversione di tendenze, il numero è destinato ad aumentare. La nostra società non può più permettersi di ignorare il problema, aspettando che scompaia da solo.
C’è bisogno di staccarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili, in particolare il carbone. Una responsabilità in particolare dei paesi più sviluppati, soprattutto alla vigilia della COP21 di Parigi, la XXI Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà dal 30 novembre all’undici dicembre in Francia. In questi giorni il WWF Italia ha lanciato una campagna di raccolta firme per sollecitare il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a preparare un vero e proprio piano per fermare le centrali a carbone in Italia.
“Per i prossimi sei mesi il clima è una priorità politica italiana – aveva annunciato Renzi lo scorso giugno agli Stati Generali -. Oggi il nostro nemico è il carbone”, sin ora però non si sono visti dal governo segnali di impegno. È indispensabile, secondo l’associazione ambientalista, che lo Stivale si presenti a Parigi come Paese leader, guidando, anche attraverso il buon esempio, gli altri Paesi del mondo.
Il carbone, oltre ad essere il combustibile più dannoso per la salute umana (provoca ogni anno in Europa 23.300 morti premature), è anche il principale responsabile dell’incremento di CO2 nell’atmosfera. Continuando a questi ritmi, la temperatura terrestre potrebbe alzarsi dai 4 ai 6 gradi, con conseguenze catastrofiche oltre che per l’uomo, anche per la fauna di tutto il mondo. Un solo aumento di 2°C porterebbe alla scomparsa di circa il 75% dei pinguini di Adelia dal polo Sud, e questo, spiegano dal WWF, è lo scenario migliore.
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