Le popolazioni autoctone africane comunicano con le lingue mandé, un ceppo linguistico diffuso largamente tra i popoli dell’Africa Occidentale. Sebbene la tradizione orale di questi popoli, storicamente tramandata dai Griot, cioè poeti e cantastorie itineranti, sia ricchissima, non ne è mai esistita una forma scritta. Venivano tradotte principalmente in caratteri arabi o, dopo la conquista europea, latini. Quand’ecco che Solomana Kante creò un sistema di scrittura per contrastare e smentire quella che lui sentiva come una “credenza diffusa”, cioè che quello africano fosse un popolo senza cultura.
L’alfabeto N’Ko, convenzionalmente, nasce il 14 aprile 1949. Fu utilizzato inizialmente nella città di Kankan, in Guinea, per la lingua Maninka di quel paese. Da quel momento si è diffuso in tutti gli altri dialetti del gruppo Mandè (come già detto sono piuttosto simili tra loro e rappresentano una sorta di continuum linguistico). L’introduzione dello N’Ko ha dato poi vita a un movimento teso a promuovere l’alfabetizzazione, non solo tra i popoli francofoni, ma anche anglofoni dell’Africa Occidentale. Questo fu un passaggio storico-sociale fondamentale nel rinforzare l’identità Mandé in molte zone dell’Africa Occidentale.
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