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A Firenze, la storia diventa integrazione: gli studenti la “insegnano” ai migranti

Firenze spiegata dagli studenti fiorentini a chi da Firenze è stato accolto. Potrebbe sembrare uno slogan pubblicitario, invece è quanto messo in cantiere nell’ambito del progetto promosso dall’associazione Aics e dal Liceo Castelnuovo, il quale si proporrà di insegnare ai liceali un metodo per mettere a parte, a loro volta, i profughi arrivati nel capoluogo toscano della sua ricca storia medievale, in tutti i suoi aspetti principali. Un modo per istruire i ragazzi ai fastosi trascorsi della propria città e per stimolare un coinvolgimento emotivo ed empatico con i nuovi arrivati, accolte in case famiglia e centri per migranti. Prima tappa, un corso di formazione per almeno 40 studenti, i quali verranno selezionati fra le classi quarte per svolgere un lavoro di apprendimento e produzione sulle più importanti tappe storiche dell’età medievale di Firenze, per poi intraprendere un percorso di dialogo e diffusione con i migranti, principalmente di estrazione italiofona, ma anche di lingua inglese o francese.

L’obiettivo è sì educare gli allievi a una maggiore consapevolezza sul valore del passato cittadino, ma anche puntare su un’integrazione che passi innanzitutto per la comprensione del fenomeno dell’immigrazione, dimostrando quanta importanza risieda, per una vera accettazione, nella conoscenza reciproca e nel dialogo. Lo scopo dell’iniziativa è, infatti, mettere i giovani studenti a confronto con la difficile realtà vissuta dai profughi e stimolare un’interazione che si basi, da una parte sulla riscoperta delle proprie radici, dall’altra sulla loro conseguente condivisione.

Gli autori del progetto, hanno sottolineato come il valore insito nell’iniziativa possa realmente contribuire alla creazione di una rete di interscambio culturale, basata sull’educazione e il rispetto di se stessi e dell’altro. D’altronde, è lo stesso studio della storia a racchiudere in sé una naturale caratteristica d’istruzione alla comprensione e all’accettazione reciproca. Se poi fosse possibile condividere appieno quanto appreso, il difficile percorso dell’integrazione potrebbe non apparire così complesso. E, ancora una volta, il ruolo della scuola e del lavoro sugli studenti assume, in questo, un’importanza più che rilevante.

Mattia Damiani

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