Bangladesh: è morto Ghulam Azam, controverso leader islamico

Si è spento Ghulam Azam, leader del partito fondamentalista islamico del Bangladesh, Jamaat-e-Islam: è morto ieri sera, intorno alle 20, al Banabandhu Sheikh Mujib Medical University (Bsmmu). Prima di essere ricoverato, il politico si trovava in prigione con una condanna 90 anni per crimini contro l’umanità, commessi durante la guerra di liberazione dal Pakistan (1971).

Il corpo del 92enne islamista è stato consegnato ai familiari, che hanno criticato il governo per non aver diffuso subito la notizia della sua morte. Considerato “il più grande traditore” della storia del Bangladesh, Ghulam Azam ha coordinato le attività di gruppi come Peace Committee, Razakar, al-Badr e al-Shams: movimenti che, durante la guerra d’indipendenza, hanno sostenuto l’esercito pakistano contro le forze di liberazione. Dopo la guerra, il leader fondamentalista è andato all’estero cercando il sostegno di altri Paesi musulmani, affinché non riconoscessero la neo-nata Repubblica popolare del Bangladesh.

Lodato come il leader “spirituale” del Jamaat, era stato condannato il 15 luglio 2013 da un tribunale internazionale di guerra di Dhaka, che lo ha riconosciuto colpevole di omicidio, tortura di civili, cospirazione, incitamento e complicità in genocidio. Essendo molto anziano, per legge i giudici hanno risparmiato al politico la pena di morte.