RAZZISMO, IN 25 ALLA SBARRA PER IL PROCESSO STORMFRONT

Venticinque persone alla sbarra per il caso Stormfront, sito di estrema destra con server ubicato negli Usa ma con una sezione italiana che ha portato a provvedimenti contro l’incitamento all’odio razziale (punito dalla Legge Mancino) per diffamazione aggravata e per minacce. Due degli imputati sono stati giudicati con rito abbreviato e condannati a 8 mesi di reclusione. Altri sette hanno patteggiato pene che vanno dai sette mesi all’anno e mezzo.

Come spiega l’avvocato Daniele Stoppello, legale di cui si è avvalso nel processo uno dei giornalisti offesi nel dibattito sul forum online, uno dei due imputati che ha scelto il rito abbreviato “aveva attaccato lo scrittore Roberto Saviano”. Un primo filone del processo – ricorda ancora Stoppello all’agenzia Lapresse- si era concluso lo scorso anno con la condanna dei 4 moderatori del sito.

Il secondo filone si è invece concentrato sulle persone che hanno partecipato e aderito alle discussioni, con la creazione di alcuni post e con l’incitamento all’odio. In particolare, tra le offese rilevate alcune erano dirette verso ebrei, immigrati e rappresentanti delle istituzioni. La decisione del Gup, Giovanni Giorgianni, è stata definita “soddisfacente” dallo stesso Stoppello. Tra le parti lese nel procedimento figura anche il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. Per quanto riguarda Saviano, invece, il riconoscimento del risarcimento “verrà rimandato al giudizio civile”, spiega Stoppello. Il processo inizierà il prossimo 15 dicembre.