AEROPORTO DA VINCI IN FUMO

L’incendio è solo una miccia. Quasi un avvertimento del destino a uno scalo, quello di Fiumicino, che da anni cerca di rilanciarsi nel panorama internazionale. Il caso Alitalia e la crisi economica, che ha portato una progressiva riduzione dei voli, hanno lentamente trasformato il principale aeroporto capitolino in un hub secondario a livello mondiale. Troppo forte la concorrenza degli scali del Nord Europa: Parigi, Londra e Francoforte sono ormai divenuti i principali punti di riferimento per le compagnie aree impegnate nei viaggi transoceanici. Il rogo di ieri rischia allora di interrompere un piano di sviluppo fondamentale per far tornare competitivo il Leonardo da Vinci.

Nel 2012 è stato, infatti, siglato l’accordo tra Atlantia (società di infrastrutture controllata dal gruppo Autostrade S.p.a) Ente nazionale aviazione civile e Aeroporti di Roma per lo sviluppo e l’ammodernamento dell’intero sistema aeroportuale capitolino mediante un investimento complessivo di 12 miliardi di euro entro il 2044.  Cuore del programma è proprio il potenziamento di Fiumicino che dovrebbe avvenire in due fasi: entro il 2021 è prevista l’ottimizzazione dell’attuale aerostazione di Fiumicino Sud, che gestirà un traffico di 55 milioni di passeggeri all’anno posizionando il Da Vinci tra i principali hub europei. La seconda fase dovrebbe completarsi entro il 2044 con la realizzazione del Nuovo Terminal Nord e consentirà ogni anno a 100 milioni di passeggeri l’accesso diretto in Italia e a Roma, una delle città da sempre tra le più desiderate dai turisti provenienti da tutto il mondo. Questo anche se, aveva sottolineato allora il ceo di Atlantia Giovanni Castellucci “la realizzazione del nuovo terminal è subordinata a un trend di crescita della domanda passeggeri che giustifichi l’investimento”. Ed è proprio questo il punto: senza un’adeguata crescita di viaggiatori la parte più corposa dell’investimento rischia di saltare. Da tale punto di vista una grossa mano potrebbe venire da Ethiad che l’hanno scorso ha rilevato Alitalia. Il piano del vettore arabo è quello di trasformare Fiumicino in un ponte tra gli Emirati, Asia e occidente con il lancio di almeno 7 nuove rotte in tre anni. E il paventato, ma non ancora avvenuto, ingresso di Ethiad nel capitale di Adr potrebbe essere finalizzato proprio a questo scopo. Ma anche in questo caso bisognerà vedere se il gioco vale la candela.

Intanto lo scalo romano conta i danni dell’incendio: 1.000 metri quadri tra negozi, duty free zone ristoro sono ridotte in cenere. Restano intatti, fortunatamente, il deposito bagagli, i sistemi di sicurezza, in particolare i metal detector, e i banchi per l’accettazione. Secondo una prima ricostruzione l’incidente sarebbe stato generato dal cortocircuito di una presa elettrica difettosa, probabilmente quella di un frigorifero. L’incendio si sarebbe poi propagato lungo i collegamenti elettrici facendo scattare l’allarme antincendio quando le fiamme erano ormai già alte. Nessun dolo quindi, nonostante la paura iniziale. Ma fino al completamento delle indagini la componente umana, fosse anche la semplice imperizia, non può essere esclusa.

Lo scalo è stato immediatamente chiuso, in entrata e in uscita, creando disagi su tutta la linea aerea internazionale, in particolare quella che parte da Milano e gestisce la maggior parte dei collegamenti con Roma. In un primo momento la riapertura del Leonardo Da Vinci era stata fissata per le 14 ma le operazioni di spegnimento, concluse a metà mattina, hanno consentito di anticipare i tempi. Prima i voli in uscita, soprattutto le tratte lunghe, poi quelli in entrata. All 10.15 ha ripreso il servizio viaggiatori e alle 15.40 l’aeroporto ha ricominciato regolarmente a funzionare, fatta eccezione per il T3, epicentro della tragedia sfiorata, tuttora inaccessibile al pubblico. Per un ritorno alla piena normalità, ha spiegato Enac, sarà necessario qualche giorno. Il governo si è mosso immediatamente: il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha chiesto di fare possibile per velocizzare i tempi. In migliaia, nelle ore dell’incendio, sono stati costretti a restare barricati nello scalo, senza possibilità di uscire. Per far luce sulla vicenda la Procura di Civitavecchia aperto un’indagine per incendio colposo a carico di ignori, disponendo il sequestro dell’intera zona coinvolta.