COTTARELLI SVELA LA SUA SPENDING REVIEW. RISPARMI DA 600 MILIONI

Venti rapporti per altrettanti gruppi coordinati e circa 600 milioni di euro da tagliare nella spesa pubblica. Carlo Cottarelli fa cadere il velo sulla sua spending review facendo pubblicare online il risultato del suo lavoro da commissario straordinario. Ogni capitolo delle uscite statali è stato analizzato minuziosamente, per individuare e colpire sprechi e investimenti inutili o eccessivi. Alcune proposte sono “estreme”, altre hanno invece trovato il pieno appoggio di Cottarelli e sono state la base dell’azione legislativa. Vi rientra, ad esempio, lo stop al cumulo di pensioni e retribuzioni a carico del contribuente, cioè quei privilegi percepiti come “insostenibili” e su cui bisogna dare un “segnale forte all’opinione pubblica”. L’idea è questa: i titolari di pensione erogata dagli enti previdenziali (o in generale da organi la cui attività è sostenuta da finanziamenti a carico del bilancio statale) che si trovano a svolgere incarichi di governo o in sedi istituzionali come Quirinale, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e Tar, di sindaci, assessori o consiglieri regionali, consigliere di amministratore di società pubbliche, devono riversare allo Stato l’importo della pensione.

Un altro campo di intervento è quello degli enti locali: il team propone la fusione di tutti i comuni al di sotto di una certa soglia di popolazione, ma anche la riduzione del 20% del numero di assessori e consiglieri oltre all’eliminazione dell’indennità di fine mandato per i sindaci e il taglio degli emolumenti. Da queste misure arriverebbe un risparmio di 255 milioni di euro all’anno. Per quanto riguarda le regioni si pensa all’estensione del modello dei costi standard, riducendo i consiglieri, prevedendo remunerazioni non superiori a quelle del sindaco del capoluogo e riducendo i vitalizi.

E veniamo alla spinosa questione dei dipendenti statali. In caso di eccedenza di personale il Dipartimento della Funzione Pubblica potrebbe provvedere al suo collocamento d’ufficio presso le amministrazioni che presentino vacanze in organico. A regime, secondo il gruppo di lavoro, andrebbe introdotto un meccanismo di mercato all’interno del macro comparto pubblico. Nel contempo, andrebbe previsto che il personale in disponibilità cessi dal servizio in caso di rifiuto dell’assegnazione d’ufficio. Ma il problema vero è quello dei licenziamenti, rari negli uffici pubblici. La disciplina andrebbe rivista, in un’ottica di maggiore responsabilizzazione sia dei singoli lavoratori, sia dei dirigenti delle strutture.

Infine sulla sanità l’azione potrebbe concentrarsi sui farmaci (favorendo la concorrenza di principi attivi differenti con sovrapponibilità terapeutiche, lo sviluppo dei biosimilari, la revisione delle modalità distributive e la definizione di prezzi di riferimento per categorie omogenee) e sui dispositivi medici (con la costituzione di un Prontuario Nazionale attraverso la standardizzazione e la definizione di un codice unico nazionale, la definizione di prezzi di riferimento per categorie omogenee, l’espletamento di gare regionali per le categorie di dispositivi di utilizzo trasversale e lo sviluppo di Osservatori regionali su consumi e prezzi.