Vangelo del giorno

Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione

«Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» «Putātis quia pacem veni dare in terram? Non, dico vobis, sed separatiōnem»

Giovedì 22 ottobre – XXIX settimana del tempo ordinario – Lc 12, 49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera (Mic 7,6)».

Il commento di Massimiliano Zupi

Gesù è venuto a portare la divisione sulla terra: è un’affermazione paradossale! Diavolo infatti in greco significa proprio divisore: come può Gesù compiere l’opera di satana? Il fatto è che ci sono diversi tipi di pace. C’è il quieto vivere spacciato per pace: è la capacità di sopportare separazioni e lontananze come se non ci fossero, come se tutto andasse bene; è un’anestesia dell’affettività, così da non soffrire le divisioni e la mancanza di amore che pure esistono; è un abbassare le proprie esigenze: accontentarsi di una vita tiepida (Ap 3,16).

Non è questa la pace che Gesù porta: rispetto ad essa, è meglio una divisione che denunci il male presente e faccia desiderare il bene assente. C’è poi una pace imposta con la forza, la violenza e la paura: è, per antonomasia, la pax romāna, la pace ottenuta dall’Impero con la minaccia delle armi. Nemmeno questa è la pace che Gesù porta: egli anzi viene nella debolezza della Parola, che può essere accolta o rifiutata; viene nell’impotenza di un infante, che può essere curato od ucciso. Egli ci chiama alla libertà e alla fiducia gioiosa degli amici e non alla paura servile dei sudditi (Gv 15,15).

Gesù è venuto a portare una pace che arde come fuoco: una pace ottenuta attraverso un battesimo, attraverso l’immersione nelle acque della morte. Accetta di separarsi da sé stesso, dal Padre e da noi, pur di accendere la fiamma dell’amore e della vita eterna. Accetta di perdersi, per trovarsi e trovarci: chiede anche a noi di accogliere la via della croce (Lc 9,23-24), della sconfitta, del dono di sé, per giungere alla vittoria, alla vita e alla comunione piena.

Massimiliano Zupi

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