E' stata messa a punto dai ricercatori dell'Università americana di Vanderbilt la nuova bilancia per pesare le stelle. La tecnica, pubblicata sull'Astronomical Journal, è stata sperimentata con successo su 675 stelle delle quali era già noto il peso. I dati raccolti con questo nuovo strumento, spiegano i ricercatori, permetteranno di capire come nascono, si evolvono e muoiono le stelle e, inoltre, permetterà di individuare nuovi pianeti esterni al sistema solare.
Del gruppo di ricerca dell'Università statunitense – coordinato da Kevin Stassun – fa parte anche un astronomo italiano. Si tratta di Enrico Corsaro, dell'Osservatorio di Catania dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. Corsaro ha vinto una delle borse europee Marie Curie, nell'ambito del programma dell'Inaf Astrofit2 per il rientro di giovani ricercatori in Italia.
In realtà gli astronomi non peseranno le stelle, ma la loro massa. La tecnica è ispirata a due grandi progetti di mappatura dell'universo: la missione Gaia dell'Esa, che sta costruendo una cartina 3D della Via Lattea, e la futura missione Tess della Nasa, programmata per l'anno prossimo, che ha come obiettivo quello di schedare le 200 mila stelle più luminose. Secondo gli autori, questa tecnica può misurare la massa di un gran numero di stelle con una precisione che va dal 10 al 25%: più di quanto garantito dai principali metodi ad oggi disponibili.
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