Roma da leggenda, il Barça è a casa

Avolte i sogni si avverano. E quello giallorosso ha preso corpo in un Olimpico impazzito. Qualcosa di magico, di incredibile, in una notte di sussulti e grida, di emozioni a pelle. Ma alla fine l’ha spuntata la Roma che manda a casa il favorito Barcellona. E lo fa con una prestazione sanguigna, cuore, muscoli e determinazione. La Roma batte il Barcellona per 3-0 e vola in semifinale di Champions. Decidono i gol di Dzeko, De Rossi e Manolas. Barcellona con la formazione annunciata con un 4-4-2 mascherato per la presenza di Sergio Roberto, che è un esterno difensivo, impiegato in mediana. Barcellona accorto, Roma a trazione anteriore con Di Francesco che disegna un inedito 3-4-1-2 che cambia in continuazione, con Nainggolan alle spalle del duo Dzeko-Schick. Roma a caccia di un’impresa al limite dell’impossibile dopo il 4-1 blaugrana nella gara di andata. Colpo d’occhio eccezionale con un Olimpico stracolmo in ogni ordine di posto.

Dzeko apre

La Roma vuole partire forte e ci riesce perché, dopo appena cinque minuti, De Rossi trova l’imbucata per Dzeko con il bosniaco che prende d’infilata la difesa catalana e in uscita uccella ter Stegen: 1-0 ed esplode l’Olimpico. Il Barcellona non di disunisce ma tiene basso il baricentro pronto nell’attesa dell’imbucata giusta per Messi o Suarez che però non trovano spazio, ben contrallati dalla retroguardia giallorossa. In mezzo Strootman e De Rossi non danno respiro ai catalani, il confermato Semedo passa un brutto quarto d’ora quando si vede arrivare dalle proprie parti maglie giallorosse. E’ la Roma a fare la partita, con continui assalti prima sulla catena di destra con Florenzi, sia su quella di sinistra dove Kolarov torna a spingere con frequenza. La Roma domina la scena: ci provano Schick di testa, alto di poco, poi Nainggolan, fuori. Ancora Dzeko, una furia. Lavora palloni al limite dell’impossibile e ogni qualvolta entra in possesso di palla manda in affanno la retroguardia catalana. La Roma spinge sospinta dalla sua gente. Occasionissima per Kolarov a botta sicura, ter Stegen ci mette i pugni e la spedisce in angolo. Barcellona finora non pervenuto, possesso palla dei catalani sterile, senza vie d’uscita. Ci prova a dettare i tempi Iniesta, ma predica nel deserto. Tiene botta il centrocampo giallorosso, De Rossi ingaggia un duello muscolare con il fallosissimo Rakitic. Il Barcellona soffre, la Roma affonda: Schick di testa fa una cosa pazzesca, palla fuori di poco. Poi, ancora Dzeko, prende l’ascensore per colpire un invitante cross dalla destra, si supera ancora il portiere catalano. Tanta Roma ma all’intervallo, senza un solo minuto di recupero nonostante le continue perdite di tempo dei catalani, si va sull’1-0 . Che non serve.

De Rossi serve il bis

Roma da applausi che inizia la ripresa con lo stesso piglio del primo. Barcellona sempre in affanno sul sistematico raddoppio giallorosso. Messi è chiuso in un gabbia, il connazionale Fazio gli fa sentire il fiato sul collo e la Pulce resta a guardare. Barcellona irriconoscibile. L’arbitraggio del francese Turpin non è dei migliori e a tratti sembra premiare la perdita di tempo sistematica dei catalani, ma al decimo non può che mettere il fischietto alla bocca e decretare il rigore per un atterramento in area di Dzeko che aveva seminato il panico nella retroguardia catalana prima di essere steso da Piquè. Dal dischetto De Rossi: palla da una parte, ter Stegen dall’altra e Roma sul 2-0 al dodicesimo. Che partita e quante emozioni. Ma ancora non basta. L’Olimpico esplode, un boato che accompagna l’azione giallorossa verso l’impresa. De Rossi è un gigante tra i giganti e da capitano prende per mano i suoi, Schick e Dzeko davanti sono due schegge impazzite. Prova a ragionare Iniesta, esperienza e qualità, ma il Barcellona sembra frastornato. Dopo un’ora neppure la miseria di un tiro in porta. Ter Stegen perde tempo, tollerante Turpin. La Roma difende alta e ci prova. Nainggolan su centro di Dzeko, debole la conclusione ma il Barcellona trema ed è in forte affanno come mai lo è stato in questa stagione. De Rossi di testa la manda fuori di un niente a venti dalla fine. Roma adesso sbilanciatissima, occhio al controgioco catalano. Non c’è un attimo di respiro, partita da cuori forti. Di Francesco gioca la carta Under che va a prendere il posto di Schick mentre Suarez, per perdita di tempo continuata, si prende il giallo. Diciotto alla fine, la notte dell’Olimpico non è ancora finita. Controgioco Barça dopo un disimpegno errato dei giallorossi in uscita, Alisson chiude senza patemi su Messi.

Manolas fa esplodere l'Olimpico

Dentro anche El Shaarawy, fuori Nainggolan e Roma sbilanciatissima. Florenzi la mette in mezzo, la palla attraversa tutto lo specchio della porta, in spaccata arriva da dietro El Shaarawy, miracolo di ter Stegen. Fuori Iniesta, dentro André Gomes nel Barcellona. Dieci alla fine e Roma che attacca a testa bassa. L’Olimpico è il dodicesimo e spinge forte sull’acceleratore. D’improvviso il guizzo: angolo di Under, stacca perentorio Manolas che anticipa tutti: 3-0, l’Olimpico impazzisce. Roma ora qualificata ma alla fine ne mancano ancora otto, mentre le telecamere di servizio risprendono in panchina un immalinconito Iniesta. Under prova una conclusione impossibile, altissima. Dentro Dembelé nel Barcellona per trovare il gol della qualificazione. L’Olimpico è una bolgia, Manolas spazza in angolo perché adesso i blaugrana spingono. Alisson ci mette le manone per chiudere su una percussione di Messi. Quattro alla fine, la sofferenza continua perché adesso è un’altra partita, dove servono gambe ma anche cuore. Manolas è un gigante ma è sofferenza pura perché il Barcellona non ci sta. Due alla fine, si soffre, i cuore in gola, mentre l’Olimpico canta per esorcizzare la paura. Quattro di recupero. Barcellona a testa bassa, saltano le marcature, la Roma si difende a denti stretti anzi, strettissimi. Ultimo minuto, sessanta secondi di brividi ma il Barcellona non sfonda e finisce così con l’Olimpico in festa. Vince la Roma, anzi, stravince. Tre a zero, quello che nessuno aveva pensato ed è semifinale. Pazzesco. A volte i sogni si avverano e quello giallorosso non è destinato a svanire all’alba. La Roma è in semifinale e le note di Grazie Roma sono l’apoteosi finale di una notte magica. Coma la Roma.